Ecocidio: un altro crimine contro la pace
L’introduzione del crimine di ecocidio sarebbe un caposaldo della tutela del diritto alla vita
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L’introduzione del crimine di ecocidio sarebbe un caposaldo della tutela del diritto alla vita
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L’introduzione del crimine di ecocidio sarebbe un caposaldo della tutela del diritto alla vita
L’aumento di disastri ecologici causati dalle industrie estrattive, dalle decisioni poco lungimiranti di alcuni Stati o indirettamente indotti dal cambiamento climatico antropogenico, fanno dell’introduzione dell’ecocidio un altro caposaldo della tutela del diritto alla vita. Un diritto che non è solo umano, ma anche della stessa terra.
La necessità di dare all’ecocidio una dimensione giuridica di criminalità internazionale è il primo passo per stabilire un dovere legale nei confronti di tutte le forme di vita sulla terra. Permetterebbe finalmente di riconoscere che i nostri diritti fondamentali sono dipendenti dal diritto stesso della natura di esistere e rigenerarsi. L’ecocidio dà la possibilità di segnare a debito la responsabilità per i crimini ambientali commessi lucidamente da vertici aziendali ingordi (si pensi alla responsabilità di BP e Shell nel caso delle sabbie bituminose di Athabasca) o da capi di Stato corrotti (rientrerebbe sotto questo capitolo la causa intentata da alcuni leader indigeni contro il presidente Jair Bolsonaro per la deforestazione dell’Amazzonia).
Istituire l’ecocidio come crimine internazionale non solo darebbe giustizia all’attuale impunità di comportamenti irresponsabili e pericolosi per l’intera umanità, ma stimolerebbe forse a scegliere strade più sostenibili.
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