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Nel periodo elettorale i contributi di candidate e candidati sono benvenuti sulla nostra zattera secondo queste regole

Di Umberto De Giovannangeli, Globalist

Il fronte di guerra si allarga: dall’Ucraina all’Iran. C’è questo dietro il fallito attacco con droni a un impianto per la fabbricazione di munizioni del ministero della Difesa iraniano a Isfahan. A darne conto su Twitter è Iran International, citando una nota del ministero della Difesa secondo cui “l’attacco fallito” non ha ucciso nessuno e ha causato solo “lievi danni al tetto” del sito militare. “Le esplosioni sono avvenute in un impianto per la fabbricazione di munizioni del ministero della Difesa”, ha spiegato la tv di Stato iraniana Irib. L’impianto sarebbe stato l’obiettivo di tre droni, abbattuti dal sistema di difesa aerea della struttura.

L’annuncio dell’attacco arriva in un Iran scosso dalle proteste per la morte di Mahsa Amini a settembre, dalle tensioni sul programma nucleare e dalle accuse di alcuni Paesi secondo cui Teheran avrebbe fornito droni alla Russia per la guerra in Ucraina. Il ministero ha riferito che uno dei droni è stato distrutto dal sistema di difesa antiaerea del sito, mentre gli altri due sono esplosi. “L’attacco, avvenuto intorno alle 23:30 di sabato, non ha causato alcuna interruzione al funzionamento del complesso”, ha affermato il ministero della Difesa in una nota. Anche il vice governatore della provincia di Isfahan, Mohammad Reza Jan-Nesari, ha detto in televisione che “non ci sono state vittime”, aggiungendo che “sull’episodio è stata avviata un’inchiesta”.

Il ministero della Difesa della Repubblica islamica in una nota ha aggiunto che “queste azioni cieche non avranno alcun impatto sulla continuazione del progresso del Paese”.
Lo riporta l’Iran International, mentre l’agenzia Mehr scrive che il parlamentare Mohammad-Hassan Assafari ha accusato “gli oppositori e i nemici” della Repubblica islamica, che con questo attacco cercano di “turbare le capacità difensive” del Paese.

L’aviazione statunitense e «un altro Paese» hanno attaccato l’impianto militare del ministero della Difesa iraniano nella città di Isfahan utilizzando dei droni: lo ha riferito la televisione al-Arabiya citando delle fonti, come riporta la Tass. Secondo il canale televisivo al Hadath, Israele è estraneo all’operazione, riporta sempre Tass.

Nonostante le affermazioni delle autorità iraniane, il quotidiano Jerusalem Post parla dell’attacco come di un “enorme successo”. “Ci sono state quattro esplosioni contro una struttura che sviluppa armi avanzate e le conseguenze», scrive la testata israeliana, «vanno ben oltre il “danno minore al tetto” di cui parla la Repubblica islamica come fatto anche in altri incidenti degli ultimi anni». 

Israele, prosegue il Jerusalem Post, sta facendo finta di niente, ma fonti di intelligence occidentale e fonti iraniane hanno attribuito in passato al Mossad «attacchi altrettanto riusciti contro l’impianto nucleare iraniano di Natanz nel luglio 2020, un altro impianto nucleare a Karaj nel giugno 2021». Non è ancora chiaro, fa notare il giornale israeliano, se le armi avanzate che sono state danneggiate (nell’attacco) siano legate solo a un uso convenzionale o possano avere un duplice uso anche per questioni nucleari, come alcuni missili balistici o attrezzature esplosive che possono essere utilizzate sia come armi convenzionali che nucleari.

Il regime è tornato poi a parlare delle possibili sanzioni europee contro l’Iran. “Se una qualsiasi misura verrà presa contro i Guardiani della Rivoluzione, la risposta dell’Iran sarà decisa” ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, incontrando quattro parlamentari iraniani colpiti da sanzioni dell’Unione europea.

“Gli europei – ha detto ancora il capo della diplomazia di Teheran – sono consapevoli della loro vulnerabilità e della loro situazione. Quindi, malgrado i Pasdaran siano stati dichiarati dal Parlamento europeo ‘organizzazione terroristica’, l’Unione europea è arrivata alla conclusione che non può giocare con il fuoco. Quindi, invece dei Guardiani della Rivoluzione hanno deciso di sanzionare quattro parlamentari iraniani in uno show propagandistico”, ha aggiunto Amirabdollahian, conclude che “l’unico risultato della loro mossa è stato quello di pesanti sanzioni contro membri dell’Unione europea”.

Commentando lo sventato attacco, parla di “notte esplosiva in Iran” il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak, ricordando la  “produzione di droni e missili” e le “raffinerie di petrolio”. Nel suo tweet Podolyak sottolinea che “la logica della guerra è inesorabile ed omicida” e “presenta il conto in modo rigoroso agli autori e ai complici”.

Il programma nucleare

L’Iran ha diversi noti siti di ricerca nucleare nella regione di Isfahan, compreso un impianto di conversione dell’uranio. Nell’aprile 2022, Teheran ha annunciato di aver iniziato a produrre uranio arricchito al 60% nel sito di Natanz, avvicinandosi al 90% necessario per una bomba atomica.

I negoziati per rilanciare l’accordo nucleare iraniano internazionale, noto con l’acronimo inglese Jcpoa e conclusi nel 2015 tra l’Iran da un lato, l’Unione Europea e le sei maggiori potenze dall’altro, sono in stallo dopo l’uscita unilaterale degli Stati Uniti nel 2018. Questo accordo mirava a impedire a Teheran di acquisire armi atomiche, obiettivo che l’Iran ha sempre negato di perseguire. Il programma nucleare iraniano è stato l’obiettivo di numerose campagne di attacchi informatici, sabotaggi e omicidi mirati di scienziati. […]

Nell’immagine: il momento dell’esplosione in un video pubblicato su Twitter






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