I vibranti Settanta
Nel suo nuovo libro Lidia Ravera si confronta e forse fa i conti con quelli che furono chiamati gli “Anni di piombo”
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Nel suo nuovo libro Lidia Ravera si confronta e forse fa i conti con quelli che furono chiamati gli “Anni di piombo”
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Nel suo nuovo libro Lidia Ravera si confronta e forse fa i conti con quelli che furono chiamati gli “Anni di piombo”
È così anche per Giovanna, protagonista di Avanti, parla, il nuovo romanzo in cui Lidia Ravera fa i conti con gli Anni Settanta del proprio Paese. Siamo nella stessa epoca in cui un’allora poco più che ventenne e spregiudicata Ravera assurgeva a immediata notorietà grazie a Porci con le ali, scritto a quattro mani con Marco Lombardo Radice e oggi definito “diario sessuo-politico” con status di cult: vi si narravano le imprese di due giovani alle prese con la militanza e la scoperta della propria sessualità.
Anche la Giovanna di Avanti, parla era una militante, un’attivista che affrontava gli scontri di strada sulla spinta di ideali alti. E, come tale, ha pagato pegno: per la società civile, scontando la propria pena in carcere, per sé stessa, auto-recludendosi in un appartamento sul Tevere, lontana dal mondo, isolata da ogni calore umano. Un giorno però, come lo scoppio di un mortaretto, nella vita di Giovanna irrompe… la vita stessa. E lo fa sotto forma di una famigliola che prende in affitto l’appartamento di fianco al suo; madre, padre e due figli come se ne vedono a bizzeffe, negli anni Venti del 2000: un nucleo ricomposto, allargato, precario quanto basta, fresco, coinvolgente e dedito agli aperitivi e al piacere in genere.
Con una scrittura compatta e avvolgente, contraddistinta da autentiche fiammate di originalità, Ravera racconta dunque di questo cambiamento nella vita di Giovanna che, entrando in contatto con la giovane famiglia, tornerà in contatto con sé stessa e con il presente che la circonda, in un umano e struggente processo.
È questa, per Lidia Ravera, la strada per fare pace con il passato, con il proprio e con quello della propria nazione; un modo per ripercorrere anni difficili e tormentati, in cui l’incertezza regnava sovrana, ma che forse, in un’ottica puramente storica, furono necessari. Oggi è tutto diverso: come osserva la scrittrice, le militanze sono più deboli, quasi sottotono, ma forse è inevitabile, in un presente che boccheggia per sopravvivere. Laddove si impone il precariato, per gli idealismi resta poco spazio. L’unica speranza è rappresentata dal giovane Malcolm, il vicino tredicenne militante ambientalista: è su di lui che la Ravera riversa quel che resta della speranza e dell’ardore di un periodo storico di cui avremmo forse potuto salvare molto di più.
Lidia Ravera, Avanti, Parla, Milano, Bompiani, 2021
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