Il nucleare, energia del futuro?
Il trionfo dell’elettrico e la crescita dei consumi impongono almeno una discussione serena sul tema
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Il trionfo dell’elettrico e la crescita dei consumi impongono almeno una discussione serena sul tema
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• – Redazione
Il trionfo dell’elettrico e la crescita dei consumi impongono almeno una discussione serena sul tema
Da consumatore e da utilizzatore di veicoli, di forni e di lampadine, e pur con il distacco che mi viene dall’anagrafe inclemente e dal conseguente minimo prezzo che forzatamente pagherò per talune scelte, considero con una certa inquietudine la questione dell’approvvigionamento energetico.
Con una coralità assai sospetta, i costruttori di veicoli passano armi e bagagli alla trazione elettrica, dopo decenni di disinteresse e di sprezzatura; un cambio di paradigma automobilistico che ci verrà imposto progressivamente, per mancanza di offerta alternativa. Accanto a questo, nessuno più parla dei motori ad idrogeno, che non solo non consumano elettricità e non inquinano, ma producono come scarto…acqua distillata; ricordo bene che Beppe Grillo, quando ancora era…se stesso, dal palco ci aveva ben mostrato quanto promettente fosse questa modalità. A voler pensar male, sembra che il tentativo dei produttori sia quello di cavalcare la trazione elettrica per rinnovare il parco veicoli mondiale a spese del consumatore e con il bel pretesto dell’ambiente e dell’ecologia. Arriveranno anche all’idrogeno, quando a loro servirà arrivarci.
Che poi i veicoli elettrici siano maledettamente energivori non lo si dice, o lo si dice troppo poco; energivori nell’esercizio, ma soprattutto nella costruzione, per non parlare del fatto che anche questi veicoli inquinano, o dei costi sociali e ambientali che essi generano. Insomma, il veicolo elettrico rischia di essere – oltre a una mossa industriale piuttosto cinica – una mera illusione ottica e, a termine, uno straordinario rischio socio-ambientale.
Arrivati a questo punto, e fermo restando che il risparmio è una pia illusione, che eolico e solare sono marginali e che si moltiplicano i fattori di consumo di elettricità (basti pensare, per fare un solo esempio, ai consumi stratosferici del mondo algoritmico blockchain e cripto), non può stupire che Macron abbia dovuto togliere dal cassetto l’energia nucleare, che in effetti rischia di essere l’unica possibilità di generare elettricità a buon mercato, senza il pericolo di ricatti internazionali, e relativamente pulita; anche da queste parti qualcuno osa parlarne con enorme prudenza e con cattiva coscienza, il mainstream essendo ben altro e una (ri)elezione sempre in agguato. Ho però l’impressione che, se si continua a spingere sul pedale dell’elettricità, sarà vitale porsi il problema di sapere se possiamo permetterci di rinunciare a questa fonte di energia. In questo contesto, la questione della sicurezza sarà essenziale, gli standard attuali di costruzione degli impianti essendo ben diversi da quelli applicati al momento dell’edificazione delle nostre centrali (1965/69 la prima – Beznau I – e 1974/84 l’ultima – Leibstadt). Un tema che dovrà essere esaminato con mente fredda e aperta, senza inutili emotività e senza fare paragoni improponibili con realtà non paragonabili e con eventi non replicabili in Svizzera.
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