Il sovranismo delle illusioni
Crisi pandemica, vaccini e dipendenza della Svizzera
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Crisi pandemica, vaccini e dipendenza della Svizzera
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• – Marco Züblin
Un esempio in Via dei Matti numero 0
• – Enrico Lombardi
Le ragioni storiche di un record, con il responsabile di ricerca dell’Osservatorio della vita politica regionale dell'Università di Losanna
• – Aldo Sofia
Valentin Vogt sostiene che, vaccinate le persone a rischio, si possono tollerare 20-30 mila contagi al giorno!
• – Riccardo Fanciola
Aumentano le stragi ma il presidente americano prospetta una riforma sulle armi da fuoco fin troppo timida
• – Andrea Vosti
foto © Marco D’Anna Della mia terra ricordo i tre vulcani che dominano Antigua e il grande lago dove ho imparato a navigare, l’Atitlan, il più bello di tutti, era il mio...
• – marcosteiner_marcodanna
Dialogo a distanza fra un Naufrago e un giramondo
• – Bruno Giussani
Gli Stati hanno finanziato con miliardi di fondi pubblici la ricerca per i vaccini anti-Covid; ma i profitti vanno solo alle farmaceutiche
• – Aldo Sofia
Cosa dice e conferma la vicenda della fusione dei due giornali bernesi
• – Natasha Fioretti
Il coronavirus infetta la sovranità svizzera. La pandemia mette in luce, in modo ancor più nitido, la nostra dipendenza dal personale straniero e dalle tecnologie indispensabili provenienti dall’estero. Il presidente della Confederazione Guy Parmelin corre ai ripari con un’idea che appare in contrast con il sovranismo del suo partito, l’UDC. Parmelin accarezza il progetto di una EU delle vaccinazioni. L’obiettivo partecipare alla creazione di un’industria europea dei vaccini per contrastare la dipendenza dai mercati americani, cinesi e indiani.
E pensare che la Svizzera era all’avanguardia nella produzione di vaccini. La Berna Biotech, fondata ben 150 anni fa, si era guadagnata una fama internazionale, ma fu smantellata sotto le mazzate del neoliberalismo. I profitti dei vaccini non bastano, le big pharma di Basilea rinunciano. Recuperare il terreno perso appare comunque arduo se non impossibile. La fabbricazione dei vaccini antiCovid è complessa, globalizzata. La Lonza di Visp, controllata dall’americana Moderna, non fabbrica il vaccino bell’e pronto. Produce la sostanza attiva che viene spedita in Spagna dove viene miscelata con diverse sostanze biochimiche. Il cocktail viene poi finalizzato in Belgio.
Papa Francesco coglie nel segno quando dice che il vaccino antiCovid dev’essere internazionalizzato. Occorre insomma una vasta e costruttiva collaborazione aldilà delle frontiere nazionali che sono l’emblema dei sovranisti. Da noi i confini sono rimasti aperti, almeno parzialmente, anche nei momenti peggiori della pandemia, con l’accondiscendenza dei sovranisti della Lega e dell’UDC. Il Ticino ha così misurato l’importanza vitale dei frontalieri per evitare il collasso del sistema ospedaliero. Il canton Berna ha persino infranto le norme antiCovid per assicurarsi il libero accesso dei lavoratori agricoli stranieri. Gli stagionali polacchi e rumeni sono stati esonerati dall’obbligo della quarantena al loro arrivo in Svizzera. L’industria ortofrutticola, molto vicina all’UDC, non può farne a meno. E così il consigliere di stato Pierre André Schnegg, guarda caso un UDC, chiude entrambi gli occhi. Gli interessi economici abbattono anche talune barriere sovraniste
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L'analisi dello storico Orazio Martinetti: una scelta strategica, la prevista vittoria di Marina Carobbio, gli errori della perdente e il problema del quinto nome in lista