La nave dei folli – Scorie e schizofrenie liberiste
Pratiche di redditività di una logica di mercato che si libera senza problemi di animali, di umani (prima e dopo la morte), della verità
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Pratiche di redditività di una logica di mercato che si libera senza problemi di animali, di umani (prima e dopo la morte), della verità
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Pratiche di redditività di una logica di mercato che si libera senza problemi di animali, di umani (prima e dopo la morte), della verità
Tutto è mercato, nient’altro che mercato. Tutto è mercificabile, tutto è monetizzabile, tutto è produttivo dopo razionale sfruttamento di tecniche di produzione, di distribuzione, di vendita. Così parlò il liberismo, fattosi anche neo.
Occorre pagare la sofferenza di porci e polli
Ogni anno 1.6 miliardi di animali sono trasportati tra i paesi europei. Sono polli (1.4 miliardi), maiali (31 milioni), bovini (4.3 milioni), pecore (3 milioni). Sempre più numerosi e su distanze sempre più lunghe, questi trasporti comportano stress e gravi sofferenze per gli animali (fame, sete, ferite, stress termico), rilevati dalle recenti indagini rese note dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza degli alimenti). I trasporti di animali sono motivati dalle logiche economiche: della produttività (conseguire un risultato superiore rispetto ai mezzi impiegati), della redditività (generare maggior denaro rispetto all’investimento operato), della competitività (ottenere un costo e quindi un prezzo concorrenziale sul mercato). Così ci sono regioni europee che si sono specializzate nell’allevamento di una specie, ma anche in alcune fasi della produzione (riproduzione, ingrasso, macellazione). Ci sono quindi animali che fanno più volte percorsi transfrontalieri nella loro vita. Si è calcolato che un terzo dei trasporti intraeuropei supera abbondantemente le otto ore.
Dunque, prima conclusione geniale della Corte dei Conti Europea (CCE): “Occorre favorire il trasporto di carne piuttosto che di animali vivi”.
Seconda sentenza ancora pure geniale: “Occorre integrare il costo della sofferenza animale nel prezzo di trasporto e, infine, nel prezzo della carne”.
Capita però che il più delle volte è molto più redditizio trasportare gli animali vivi, e farli soffrire, piuttosto che la carne. Per quale motivo? Perché la sofferenza animale è gratuita (fa quindi parte delle famose “esternalità” economiche che nessuno paga) e non c’è quindi “nessun incentivo economico atto a migliorare il benessere degli animali nelle diverse fasi della loro vita”.
Dunque: se passa questa logica economica che chiama il mercato a pagare, come sarà monetizzata la sofferenza dei polli, dei tacchini, dei maiali, delle pecore, trastullate sinora dagli uomini, senza tenerne conto, per tutta l’Europa unita e oltre, solo per la gloria del mercato, della redditività, del minor prezzo, del potere d’acquisto e dello spreco dei consumatori?
Il compostaggio dei poveri morti
E’ vero, nessuno sinora ci aveva pensato: come mercificare e far rendere un corpo umano morto, perché darlo alle fiamme o alle bestiole quando potremmo trarne qualche vantagio economico o qualche redditività?
Ed ecco l’idea geniale che ha dato vita dapprima a un movimento-fondazione che si chiama “Recompose” (il cui scopo vuol vendersi come onesto e utile: “promuovere una alternativa ecologica all’inumazione, che comporta poi sempre nel tempo una costosa esumazione, e all’incinerazione dei corpi) e a già proficue aziende che portano trionfanti l’insegna NOR (Natural Organic Reduction).
Per dirla in breve e per farci capire, si vuol promuovere la riduzione biologica naturale delle salme. Insomma, il “compostaggio dei poveri morti”. Idea o logica liberista americana, già legalizzata dapprima nel Colorado, nell’Oregon, subito seguiti dal Vermont, dalla California e recentemente anche alla Stato di Nuova York (contro la opposizione, un poco americanamente obliqua e di scarso contenuto umano prima ancora che teologico, della Conferenza dei vescovi cattolici, secondo i quali quella pratica “non risponde alle norme di trattamento rispettoso delle nostre spoglie terrestri”; si pensa ovviamente a quelle celesti).
Come si ottiene il “compostaggio” dei morti? Imitando ciò che gli allevatori (americani) fanno già da tempo con gli animali morti, che coprono di vegetali e paglia per lasciarli decomporre naturalmene e ricavarne un ottimo composto pronto all’uso. La salma è dapprima ricoperta da vegetali appositamente studiati per la loro efficacia trasmutante; viene quindi introdotta in un cilindro metallico dagli operatori scelti di Recompose (ormai “cilindri funebri”, invece di “pompe funebri”). Sembra che due mesi dopo la “cerimonia” si posssa già ricavare un buon metro cubo di composto, da condividere in famiglia o tra amici. Con una redditività che sa anche di sacrale ed eterno poiché tutto serve a fertilizzare le piante e le aiuole del proprio giardino, risparmiando ma anche conservando una memoria vivente e continuamente eloquente del defunto. C’è poi una redditività sociale ed ecologica non trasacurabili poiché si evitano i 240 kg di CO2 emessi da una incinerazione (l’equivalente di un migliaio di chilometri di auto), i milioni di litri di prodotti tossici a base di formolo (16 milioni di litri solo negli Stati Uniti) usati per l’imbalsamazione dei corpi e poi le vaste e quasi sempre pregiate e costose superfici urbane sacrificate per i tradizionali e antieconomici cimiteri.
Il mercato della libertà e della menzogna
Una emittente televisiva (Fox News) spaccia menzogne a tutto campo; hanno dovuto ammetterlo anche gli stessi responsabili usando l’eufemismo “specifiche falisità”. Tutto ha comunque dimostrato la loro piena consapevolezza nella diffusione di quelle falsità. Il processo che avrebbe dovuto misurare la libertà di stampa contro i danni per diffamazione in uno dei casi definiti più eclatanti degli ultimi decenni, è finito prima di iniziare con un accordo che prevede un risarcimento di 787.5 milioni di dollari alla parte lesa. Una implicita ammissione di colpa. Anche se seguita dalla dichiarazione, letta: “La Fox rimane fedele alla massima qualità del proprio giornalismo” (“Difficile da leggere con la faccia seria”, ha commentato Jake Tapper, il presentatore della rivale Cnn).
Se ne deduce che anche qui tutto (falsità venduta, libertà stuprata, giornalismo prostituito) è solo mercato, è subito mercificabile, è prontamente monetizzabile ed è palesemente questione di redditività (scendere a patti, accettare di pagare quella enorme somma, permette di continuare, come prima; come prima anche perché non è la prima volta che capita al magnate padrone di Fox, Murdoch).
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