Un futuro fulgido, che viene dal passato
È uscito in questi giorni il video di Un briciolo di allegria, il nuovo singolo di Blanco cantato con Mina, un brano capace di scavalcare intere generazioni
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È uscito in questi giorni il video di Un briciolo di allegria, il nuovo singolo di Blanco cantato con Mina, un brano capace di scavalcare intere generazioni
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È uscito in questi giorni il video di Un briciolo di allegria, il nuovo singolo di Blanco cantato con Mina, un brano capace di scavalcare intere generazioni
Riccardo Fabbriconi, classe 2003, probabilmente, pur avendo vinto un anno fa il Festival di Sanremo, per la maggior parte delle persone nate nel secondo millennio, fino alla settimana scorsa, era poco più di una delle decine di meteore che, nel verde degli anni, pullulano nel panorama musicale italiano contemporaneo. Sono infatti moltissimi i nomi che quotidianamente si affacciano in rete, il più delle volte facilmente confondibili a causa delle giovani voci omologate da Auto-Tune, dai tatuaggi e dalle tute sportive, diventate ormai il nuovo dress code del terzo millennio. E il nuovo vizio del iper-featuring, dove ogni cantante affianca la propria voce a quella di infiniti colleghi, di certo non aiuta a renderli più riconoscibili. Poi, quando durante la scorsa edizione del Festival (per un atto che ancora non si sa se dettato da un raptus di rabbia o premeditato sin nei minimi dettagli – e per averne eventuale conferma basta guardarsi il video di L’isola delle rose) Fabbriconi ha distrutto il magnifico allestimento dell’Ariston prendendo a calci le rose rosse, incurante dei fischi del pubblico e delle parole di Amadeus (“Che hai combinato”?), tutt’al più le spettatrici e gli spettatori over 25 di cui sopra se ne sono potuti fare un’idea non necessariamente lusinghiera.
Eppure, questo appena ventenne che in nome d’arte fa Blanco, è diverso da tutti gli altri. Perché al di là di atteggiamenti da spaccone sommati a eccessi sul palco con la patina del déjà vu, se paragonati a quanto combinavano Pete Townshend o Jimi Hendrix negli anni sessanta, così giovane e senza raccomandazioni, ha già saputo dimostrare solidità nel suo essere artista, ha inventato uno stile musicale, e, last but not least, è intonato. La sua voce è ruvida, certamente, ma potente, disperata a tratti, ma autentica. È vero che, come quasi tutti i suoi contemporanei non disdegna le puntate nello sterminato mondo dell’hip hop (ha collaborato con Sfera Ebbasta, Madame, Salmo, Mace, Marracash, e naturalmente con il Mahmood di Brividi), ma, come ha sempre affermato, un poco in controtendenza rispetto ai coetanei, ama anche Gino Paoli, Domenico Modugno (che cita in La canzone nostra) e Adriano Celentano (che già un paio d’anni fa via Instagram gli faceva l’occhiolino, per la serie “ti tengo d’occhio”).
E qualche giorno fa ha debuttato una canzone che, oltre a scalare le classifiche e in qualche modo a consacrare Blanco, è riuscita nell’intento incredibile quanto fortunato di coniugare due generazioni che più lontane non si può: per Un briciolo di allegria il ventenne bresciano ha accompagnato la propria voce nientemeno che a quella di Anna Maria Mazzini, in arte Mina, ossia la leggendaria Tigre di Cremona che a 83 anni e una vita vissuta nel segno della discrezione (non si vede da oltre 45 anni), ancora riesce a entrare con prepotenza anche nelle playlist dei più giovani. Per l’occasione Blanco, che aveva abituato il suo pubblico a canottiere bianche su corpo palestrato, ha rispolverato un affascinante look da Humphrey Bogart, prestandosi nel videoclip in bianco e nero vagamente hitchcockiano di Un briciolo di allegria a un gioco di immagini che non fa che risaltare l’immensa presenza di Mina proprio nella sua assenza: al suo posto un misterioso e inafferrabile gatto, e poi una lontana figura di donna dall’inconfondibile treccia bionda.
Blanco è diventato grande, di colpo e in tutti i sensi, superando lo spazio e la luce (per fare il verso a un altro grande cantautore italiano) di quei sessant’anni che lo separano da Mina, ma che in questo brano non si sentono. Tutto ciò che si sente, ascoltando la potenza della voce della cantante – di cui il 21 aprile è uscito il nuovo album Ti amo come un pazzo – e le parole di Riccardo Fabbriconi, è di venire risucchiati nell’immenso mondo della musica italiana d’autore, ed è un po’ come tornare a casa, ma proiettati verso il futuro.
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