La vitamina D non è veleno
Trattare gli indecisi e gli ansiosi sulle vaccinazioni come “stupidi” e potenziali untori non fa che gettarli nelle braccia della destra più estrema
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Trattare gli indecisi e gli ansiosi sulle vaccinazioni come “stupidi” e potenziali untori non fa che gettarli nelle braccia della destra più estrema
• – Redazione
Anche nello sport il cammino delle donne è partito da lontano e non è ancora terminato
• – Libano Zanolari
Addii strazianti di eroi pallonari
• – Enrico Lombardi
Nuovo record assoluto: 7 franchi per ogni firma sul libero mercato di referendum e iniziative popolari. Uno scandalo e troppi silenzi
• – Daniele Piazza
foto © Marco D’Anna Sogno di raggiungere la zona di Hadal, gli abissi laurenziani, immagino l’incanto dell’oceano profondo immerso nel silenzio e nel buio totale, sogno...
• – marcosteiner_marcodanna
Le notizie di attacchi hacker si susseguono: c’è da preoccuparsi? Mah!
• – Redazione
Con motivazioni opache Villa Heleneum finisce ai calzolai
• – Marco Züblin
Piccola antologia del pensiero economico a cura del Prof. Sergio Rossi
• – Redazione
Nella storica Villa Heleneum sarà ospitato il Museo delle calzature Bally
• – Enrico Lombardi
Libertad, non mi costringere ancora a fare cose che non vorrei
• – Redazione
Trattare gli indecisi e gli ansiosi sulle vaccinazioni come “stupidi” e potenziali untori non fa che gettarli nelle braccia della destra più estrema
Davvero vogliamo bollare come egoisti e “stupidi” no-vax o negazionisti tutti e tutte coloro che preferiscono non vaccinarsi, e/o che ricorrono anche alla vitamina D per rafforzare il loro sistema immunitario? A giudicare dalle informazioni prodotte dai social network e dai media locali, e da quelle che i media invece non pubblicano, sembra proprio così.
Prendiamo ad esempio le donne incinte: sono considerate categoria a rischio perché se contagiate dal Coronavirus potrebbero sviluppare una forma grave della malattia (casi comunque estremamente rari). Ciononostante il 70% delle gestanti svizzere preferisce non vaccinarsi anche se ora potrebbe farlo visto che l’UFSP autorizza la vaccinazione, per precauzione solo a partire dal 2.trimestre di gravidanza e previo un loro consenso scritto. Da sempre le future mamme hanno evitato di ingerire ogni genere di sostanze e medicamenti per proteggere la salute del bimbo che portano in grembo: sono davvero egoiste nei confronti della società se preferiscono evitare anche un vaccino? Non meritano rispetto al posto di richiami velatamente colpevolizzanti? Non sarebbe utile informarle che nel primo trimestre di gravidanza la maggioranza di quelle svizzere soffre di una carenza di vitamina D, in parte anche significativa, e che conviene quindi controllarne il livello nel sangue sin dall’inizio?
Di tutte queste informazioni (contenute in un comunicato [pdf] dell’associazione Nascere Bene Ticino) non è però comparsa nemmeno una riga nei nostri media: ci domandiamo per quali scrupoli. Forse semplicemente perché pare più facile dividere la popolazione in pro-vax e no-vax, cioè intelligenti e “stupidi”. Si direbbe che ormai chi nomina la vitamina D rischi di farsi mettere al bando o perlomeno sotterrare da un silenzio di tomba. Invece la questione pare ben più complessa. Anzitutto perché vaccino e rafforzamento del sistema immunitario non si escludono, anzi! Sarebbe quindi utile ricordare alla popolazione che i classici “sana alimentazione e sano movimento” (e anche “evitare carenze di vitamina D”) possono migliorare le nostre difese naturali.
Certo, la vitamina D non è un medicamento contro il Covid-19, ma non è nemmeno dannosa. Nel database medico PubMed si trova un lunghissimo elenco di interessanti studi recenti sulla vitamina D in relazione al Covid: alcuni dimostrano l’ipotesi dei suoi benefici; altri la smentiscono. Effettivamente non si tratta di inconfutabili “evidenze scientifiche” ossia revisioni sistematiche e metanalisi di diverse ricerche compatibili. Secondo il NICE e la Cochrane Library (due fra i riferimenti scientifici più autorevoli nel campo della medicina) non ci sono ancora prove sufficienti delle proprietà di prevenzione e cura della vitamina D per il Covid-19. Si considera però la questione ancora aperta e si promuovono nuove ricerche sull’argomento anche perché nella comunità scientifica mondiale è noto (da ben prima della pandemia) che la vitamina D non serve solo per le ossa, bensì agisce anche come un ormone su numerose funzioni del nostro corpo tra cui il sistema immunitario.
Sappiamo che il Covid non è una semplice influenza. Tuttavia alimentare a suon di cifre la paura del virus e di nuove ondate della pandemia per promuovere la vaccinazione come unica difesa, dal punto di vista della PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) non sembra una buona soluzione visto che anche stress e ansia indeboliscono le difese immunitarie, ossia il “terreno” che favorisce la diffusione del virus. Peraltro, per ottenere risultati duraturi, sostiene Richard Horton, docente universitario e caporedattore di The Lancet, non si dovrebbe affrontare la crisi sanitaria solo come pandemia bensì come sindemia tenendo conto dell’interazione tra Covid-19, patologie croniche, condizioni ambientali e socioeconomiche. In questa ottica, sarebbe forse più efficace promuovere tolleranza, rispetto e dialogo nei confronti di chi teme più la vaccinazione del virus stesso, o semplicemente si pone delle domande su rischi e benefici. Trattare gli indecisi e gli ansiosi come “stupidi” e potenziali untori non fa che gettarli nelle braccia della destra più estrema che alimenta la propria politica cavalcando ogni tipo di paure e non si priva nemmeno di coltivare quelle legate al Covid e ai vaccini, mascherandole di lotta per la libertà. È questa spaccatura che vogliamo?
Delta Geiler Caroli è completamente vaccinata e -nonostante il nome- poco contagiosa
Criptovalute e Plan B: se l’immagine di Lugano è così utile a Tether, perché non chieder loro di ricambiare portando la sede fiscale nella nostra citta? - Di Carola Barchi
Una questione di coraggio: quello necessario per continuare a rivendicare diritti e a denunciare ingiustizie in nome dei valori della democrazia - Di Guido Tognola