Pino Sergi, stay home!
A proposito dei progetti e della gestione della Divisione Scuola e delle considerazioni in merito di Giuseppe Sergi - Di Manuele Bertoli
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A proposito dei progetti e della gestione della Divisione Scuola e delle considerazioni in merito di Giuseppe Sergi - Di Manuele Bertoli
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A proposito dei progetti e della gestione della Divisione Scuola e delle considerazioni in merito di Giuseppe Sergi - Di Manuele Bertoli
Nel mirino del neoexparlamentare c’è il direttore della Divisione della scuola, Emanuele Berger, reo di quelle che egli considera le nefandezze contro i docenti commesse nelle tre legislature scorse. A parte il fatto che la responsabilità politica e concreta di quelli che Sergi considera elementi negativi per la scuola è mia, cosa che mi sono sempre assunto appieno, vogliamo scorrerli brevemente? L’abbandono delle penalizzazioni iniziali sui salari degli insegnanti introdotte da Buffi, il ripristino di parte del monte ore tagliato da Gendotti, l’aumento concreto dei salari iniziali per i docenti al primo impiego, la possibilità di lavorare durante l’abilitazione non presente nel 2011, la riduzione del numero massimo di allievi alle medie da 25 a 22, l’introduzione dei docenti di appoggio nelle classi numerose alle scuole comunali, il netto sviluppo delle classi inclusive, l’introduzione dell’obbligo formativo fino a 18 anni, l’avvio della sperimentazione sul superamento dei livelli alle medie e potrei continuare. Certo, è stato varato il Piano di studio della scuola dell’obbligo, peraltro preparato da gruppi di lavoro formati essenzialmente da docenti e analogo agli altri due presenti in Svizzera, quello svizzero-tedesco e quello romando, certo si è passati a un concetto di insegnamento per competenze, che non ha mai negato (e ci mancherebbe) le conoscenze come elemento di base, ma dal 2011 al 2023 le condizioni di lavoro dei docenti sono tutt’altro che peggiorate. E con esse quelle di apprendimento degli allievi, vero punto di riferimento per qualsiasi riforma nella scuola.
Sergi non se ne accorge quasi, ma alla fine del suo articolo ammette quasi esplicitamente che le riforme da me volute sono state progressiste. Naturalmente il loro contenuto non gli importa, determinante per lui è ripetere il mantra sul presunto mancato ascolto dei docenti, confondendo la voce dei docenti (che io ho ben ascoltato partecipando a decine e decine di plenum in tre legislature) con quella politicamente interessata degli esponenti del Movimento della scuola, emanazione del MPS. Il freno ai miglioramenti nella scuola, che comunque ci sono stati, è venuto da destra, ma spiace dirlo, anche da quell’estrema sinistra che invece di badare ai risultati voleva un braccio di ferro politico prendendo la scuola in ostaggio. Emblematica è stata la richiesta nel 2020 di dimissioni, mie e di Berger, per aver “osato” riaprire le scuole dopo la pandemia, come pure emblematico è stato il voto negativo del MPS di inizio 2022 che, con la destra del Parlamento, ha bloccato il primo progetto di superamento dei livelli.
Invece di chiedere a un bravo funzionario di andare a casa, cosa che ci si può aspettare dalle ricorrenti trovate estemporanee dei politici oggi in carica a Roma, non da un’esponente della sinistra ticinese, forse Sergi, che quel ruolo lo ha già ricoperto per diversi anni, potrebbe lasciare il suo nuovo seggio parlamentare ad una signora del suo movimento, riequilibrando così la presenza femminile e ringiovanendo la deputazione MPS. E’ solo un consiglio naturalmente, ma sarebbe un bel gesto.
Manuele Bertoli – Ex-Consigliere di Stato
Nell’immagine: illustrazione da un opuscolo sull’obbligo formativo fino a 18 anni, una delle misure introdotte per iniziativa di Manuele Bertoli
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