L’America e i suoi vassalli
Svizzeri indifferenti alla ‘crisi dei sottomarini’ tra Stati Uniti e Francia, qualcuno ne sorride: sbagliano, ne dovremmo invece trarre qualche insegnamento
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Svizzeri indifferenti alla ‘crisi dei sottomarini’ tra Stati Uniti e Francia, qualcuno ne sorride: sbagliano, ne dovremmo invece trarre qualche insegnamento
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Svizzeri indifferenti alla ‘crisi dei sottomarini’ tra Stati Uniti e Francia, qualcuno ne sorride: sbagliano, ne dovremmo invece trarre qualche insegnamento
Si tratta di una seria lezione per la Svizzera, che si appresta ad acquistare i caccia-bombardieri americani FA-35. L’ingenua consigliera federale Viola Amherd giura che il contratto è solidissimo, in particolare per quanto concerne i costi, anche se già si annuncia un aumento a causa dell’inflazione. E altre brutte notizie seguiranno. Assecondando i desideri di Washington.
La Svizzera si àncora alla NATO
Il presidente Biden si spende in belle frasi su un progetto mondiale realizzato con i suoi ‘alleati e partner’. Definizioni inadeguate. Gli Stati Uniti hanno unicamente dei vassalli. Certo, vassalli volontari, ma di fatto sottomessi all’autorità della super-potenza. Quest’ultima si riserva il diritto di controllare l’utilizzazione di tutti gli equipaggiamenti militari assegnati ai pretesi ‘alleati e partner’.
Detto altrimenti, con l’acquisto di questi aerei la Svizzera àncora la sua difesa alla NATO, sotto comando americano. La Francia, con i suoi caccia Rafales, sarebbe stato un partner meno intrusivo, più vicino geograficamente e politicamente.
Per ammorbidire l’ira di Parigi – dove il presidente della Confederazione non è più invitato da Macron, come avrebbe invece desiderato Guy Parmelin – dopo il Consiglio degli Stati, anche il Consiglio nazionale ha adottato una saggia decisione. Un accordo sarà firmato con la Francia per l’utilizzazione delle immagini dei suoi satelliti d’osservazione militare, visto che la Svizzera non è in grado di inviarne di suoi nello spazio. In caso di conflitto, poter osservare ciò che accade al di là delle nostre frontiere è naturalmente un fatto essenziale. Costo: 82 milioni. Troppi per alcuni parlamentari, soprattutto di sinistra, che d’altra parte fanno i giocolieri con i miliardi, e senza troppe preoccupazioni, quando si tratta di difesa… sanitaria.
Ciliegina sulla torta del servilismo
La nostra politica internazionale non ha né testa né coda. Da una parte la Svizzera invia una sfortunata diplomatica a Bruxelles, dove moltiplica chiacchiere da salotto senza senso, nella speranza di riannodare il filo spezzato dal brutale rifiuto svizzero dell’accordo quadro negoziato per sette anni. Dall’altra la Confederazione sceglie de facto il campo dei vassalli dell’America, non solo con degli aerei comunque poco adatti alle nostre necessità, ma anche accettando senza batter ciglio il fatto che le banche svizzere debbano applicare sanzioni decise a tutto campo dagli Stati Uniti. Ciliegina sulla torta del servilismo: il Consiglio federale ha confermato di voler trasmettere tutti i suoi dati a qualche gigante della Silicon Valley. A patto che non siano cinesi!
Questo governo, il più debole che la Svizzera ha avuto negli ultimi decenni, galleggia in una visione miope ed erratica. I danni ancora non si vedono. Ma non tarderanno.
Articolo originale da Bon pour la Tête
Traduzione e link: naufraghi.ch
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