L’arte della finanza e i buoni uffici svizzeri
Del come schivare Putin e le sanzioni
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Del come schivare Putin e le sanzioni
• – Silvano Toppi
Secondo uno studio presentato recentemente dal SISA un terzo dei giovani ticinesi che frequentano le scuole post-obbligatorie presenta sintomi gravi o molto gravi di depressione
• – Enrico Lombardi
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• – Pietro Montorfani
Kaliningrad, il pericolo abita la città di Immanuel Kant
• – Redazione
Un'alleanza senza precedenti di editori, giornalisti e sindacati ritiene che il giornalismo di qualità sia in pericolo
• – Redazione
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• – Aldo Sofia
Intorno al caso discusso della fine del rettorato di Boas Erez all’Università della Svizzera italiana, l’intervento di un docente di lungo corso che denuncia le modalità sommarie con cui si è proceduto
• – Redazione
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• – Franco Cavani
E cosa siamo diventati noi per avergli concesso tanto potere economico (dunque politico), un rischio per la libertà e la democrazia
• – Lelio Demichelis
Pubblicata in forma di Graphic Novel la storia dello studente egiziano Patrick Zaki. Una storia da conoscere, per continuare a cercar di capire
• – Nicoletta Vallorani
La Finanza ha però risorse infinite. Anche perché, in fondo, rimane l’arte di far passare i soldi di mano in mano e non ci vuole molto. Allora è però lecito chiedersi se è la necessità che rende astuti per evitare l’inevitabile (non si può fare a meno del gas russo) e un effetto “boomerang” (privandoci di quell’energia si mette a soqquadro più l’economia europea di quella russa). Oppure se l’ipocrisia, che affiora beffarda, non disturbi e può essere assunta come provvida fuga per la tangente.
O, ancora, se le interdipendenze createsi con la globalizzazione dell’economia siano diventate una dannazione, non solo per le strategie geopolitiche, ma per la fragilità e l’instabilità che portano in ogni economia o nel capitalismo imperante, tanto autoritario quanto cosiddetto democratico. Soprattutto quando sovranità, nazionalismo, imperialismo, sicurezza o risposta militare, sono assunti come valori assoluti, irrinunciabili. Forse è vero un po’ di tutto questo. C’è però qualcosa di più concreto.
Come ha scritto il “Financial Times”, anche la Commissione europea, di fronte all’inevitabile (o al ricatto economico) e all’effetto “boomerang” (già preoccupante), ha lavorato su una “ingegneria finanziaria” che non violi le “sue” sanzioni e garantisca che l’approvvigionamento (di gas e di petrolio) non sia interrotto. Anche se, si ribadisce, finanzia la guerra di Putin in Ucraina. Secondo il meccanismo escogitato, le imprese europee continuerebbero a pagare le importazioni in euro su un conto in rubli a Gazprombank, banca russa di proprietà privata (maggiore azionista un fondo di investimento di proprietà di Juri Samaiov, forse un oligarca) che fu esclusa, guarda caso, dalle sanzioni o dall’esclusione dal sistema finanziario internazionale Swift.
I versamenti si faranno mediante la filiale svizzera di Gazprombank a Zurigo. Ecco riapparire i buoni uffici della Svizzera, utile e neutrale.
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Su una pagina a pagamento la stupefacente tesi dell'Avv. Tettamanti, ma il trucco si vede: dal vanto del cigno al lamento del coyote