Le vacanze (e la prospettiva) del lombrico
Istantanee di un curioso percorso, terra a terra, fra i sentieri della macro e della microeconomia
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Istantanee di un curioso percorso, terra a terra, fra i sentieri della macro e della microeconomia
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Istantanee di un curioso percorso, terra a terra, fra i sentieri della macro e della microeconomia
L’economia è noiosa, tortuosa, inaccessibile. Se ne è dimenticata la sua matrice filosofica, è vero, ma la si è sostituita con i modelli matematici. Non è simpatica, insomma. E’ “la cenere con cui il nostro tempo ricopre la sua triste faccia”, dice addirittura Thomas Carlyle. E allora, a maggior ragione, chi osa proporre discorsi economici, perdipù su una zattera, in periodo di vacanze? Osiamo.
Un mio vicino (di luogo di vacanza) è un agricoltore-allevatore che continua invece a lavorare duro. E un poco mi mortifica. Ha però scritto sull’entrata della sua fattoria-modello, a Campo Blenio: “Gioia bestiale”. Per me è un genio dell’economia: per l’estrema sintesi, per il bilancio perfetto del suo lavoro, per l’umorismo.
Potrebbe fare il paio con un premio Nobel per l’economia (2006), Muhammad Yunus, l’inventore della microfinanza. Che ha voluto semplificare ed anche un poco buggerare l’economia suggerendo un modo diverso di considerarla. Ha infatti coniato l’espressione: la prospettiva del lombrico. Se vogliamo comprendere, cominciamo ad osservare ciò che si trova terra terra, dinanzi a noi, anche a un palmo dei nostri occhi. E allora ci si può anche ….divertire con le vacanze del lombrico. Ecco qualche esempio.
Arriva dalla città ( dalla capitale delle criptovalute!), sfoggia una camicia talmente e banalmente colorata che è un pugno alla natura che lo circonda e ai valligiani che lo guardano. L’aspide è decisamente migliore nella scelta di colori. Ma, tronfio d’aria montana, non se ne accorge. Il lombrico comincia allora a indagare. Scopre che quella camicia è stata disegnata da uno stilista italiano su sistema informatico (squilibrato) americano, è fatta di cotone proveniente dall’Africa occidentale ma lavorato in Portogallo, ha bottoni fantasiosi in polyester fabbricati in Cina probabilmente con petrolio proveniente dal Bazhenov, cuore della Siberia, è stata assemblata (“fashionata”) da giovani schiave nel Bangladesh e poi dirottata da una imprecisata Asia Pacific Ltd di Hong-Kong verso il Regno Unito (UK); qui è stata naturalizzata (con l’approvazione di Johnson) con l’etichetta di una delle case famose di moda e quindi paracadutata in uno dei negozi ticinesi da chi sa quale sede logistica di multinazionale collocatasi su territorio cantonale perché generosamente defiscalizzata (affinché…dia lavoro ai detestati frontalieri e porti imposte). Difficile stabilire come il prezzo si sia via via moltiplicato, rimanendo tuttavia miracolosamente concorrenziale. Il lombrico, terra a terra, scopre allora che l’economia è forse sopratutto paradosso o stupidità fattisi sistema.
Arrivano vacanzieri in festa al ristorante. Il quale, almeno un po’, dopo tanta magra, deve rifarsi anche con i prezzi. Importanti studi economici (i cosiddetti studi comportamentali, pure roba da premio Nobel) insegnano che i clienti sono sempre portati a scegliere “l’opzione di mezzo”. Non so se il ristoratore valligiano conosce quegli studi. Il lombrico-economista terra a terra constata comunque che li applica. Presenta infatti una carta dei vini, non solo ticinesi, persino californiani (terra d’emigrazione dei suoi avi), con una estensione piuttosto ampia. Di fronte a bottiglie che costato anche 90 o più franchi, quelle che costano 30-40 franchi sembreranno meno stravaganti e costose, ma anche più “dignitose” (da gente cittadina in vacanza) rispetto a quello meno care da 18-25 franchi. Basta insomma proporre una “dignità vacanzera” di mezzo e il gioco è fatto. In fondo ci vuole poco per influenzare la disponibilità a spendere: così vede il lombrico ricordando i famosi “nudges” (spintarelle) con cui Richard Thaler, che li ha studiati e teorizzati (Behavioral Economics) ha addirittura vinto il Nobel per l’Economia.
E’ capitato a due amici che amano le vacanze-viaggio. Il lombrico sa benessimo, pur nella sua visione limitata, che ogni società ha bisogno o di simboli o di un principio di sintesi. Qualcosa di facilmente identificabile e di unificatore, insomma.
Immaginiamoci quindi quell’amico letterato che si trova in una città francese e non trova più il portafoglio o perché, sempre disattento com’è, l’ha lasciato chi sa dove e perso o perché gliel’hanno sottratto. E’ nel panico. In quel preciso momento ci si rende conto che non più disporre della materializzazione di quel principio di sintesi che lo lega o lo rapporta agli altri, quel cordone ombelicale con il mondo che ci portiamo sempre in tasca, quella quantità di denaro in valuta o in carta di credito che ci fa “esistere” di fronte agli altri. E’ la fine del mondo, quasi peggio della fame. E’ vero, ti resta il telefonino, se ti resta, o l’indirizzo di un consolato o dell’ambasciata, se ce l’hai, ma è terribilmente complicato.
Il lombrico si accorge allora che il denaro ha anche…un altro valore che quasi mai viene considerato o solo malamente considerato (come nel “what are you worth”, il famoso “quanto vali” americano): quello relazionale. Che ha la sua importanza vitale.
Ad un altro di questi amici, che ha un’impresa di pittura, vien voglia di andare in Thailandia, scoprire quel paese e quelle “bellezze” che un altro amico gli ha descritto. Sa bene il dialetto del suo paese, si difende in italiano, non conosce un acca di qualsiasi altra lingua, ma non gli importa: è coraggioso e vuol conoscere il mondo. A Bangkok, incantato chi sa come, gli fregano tutto. Ricorrre all’ambasciata svizzera. Non lo capiscono. Poiché parla italiano gli dicono di rivolgersi all’ambasaciata italiana. Insiste, lui è svizzero-italiano. Per farla capire a quesi funzionari, un poco ottusi, ha un’idea geniale: si mette sull’attenti e canta “Quando bionda aurora”…L’”attenti-fiss” e la musica dell’inno nazionale svizzero diventano di botto valori evidenti e incommensurabili, principi di sintesi assoluti, più verificabili delle riserve auree della Banca Nazionale, persino da Bangkok (e meritarono infatti il rimpatrio dell’imbianchino, senza problemi). Così la vede il lombrico.
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