“Nel mio sangue circola sangue delle camicie nere”
Esternazioni social dentro un gruppo Facebook privato di sostenitori di Lega e Udc
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Esternazioni social dentro un gruppo Facebook privato di sostenitori di Lega e Udc
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Esternazioni social dentro un gruppo Facebook privato di sostenitori di Lega e Udc
L’universo dei social è molto particolare, vastissimo – molto più dei 4 o 5 che conosciamo – e in continua evoluzione. In questo spazio purtroppo spesso si scatenano i più bassi istinti da parte di persone convinte di parlare a una cerchia ristretta, anche se in realtà potenzialmente in contatto con centinaia di migliaia di individui. Non sfuggono a questo fenomeno neppure i gruppi privati – quelli cui si accede solo tramite iscrizione, per intenderci, anche se i loro contenuti spesso sono visibili agli estranei – e quelli privati e chiusi, che escludono dalla visione dei post i non iscritti. Vana illusione questa, visto che per definizione i social sono stati creati proprio per favorire lo scambio e la diffusione dei messaggi, per cui, stante questa loro sostanziale caratteristica, tra una condivisione, uno screenshot (la fotografia di una pagina, ndr.) e altro ancora ben poco riesce a restare confinato e segreto. Ed è in questo modo che siamo venuti a conoscenza di un fatto per lo meno sconcertante.
Procediamo con ordine.
“Il vero ticinese 2.0” è appunto un gruppo Facebook privato chiuso, per cui all’utilizzatore generico è resa visibile e consultabile solo la pagina iniziale. Fondato il 31 luglio 2021, ha ben 4241 aderenti (dato 26 luglio 2023). Si definisce orgogliosamente fin dalle prime righe “di destra” e vuole essere di supporto alla Lega dei ticinesi e all’UDC Ticino. Ecco perché nella foto iniziale si trovano inseriti i loghi di questi due partiti con i cui vertici ed esponenti di spicco il comitato del gruppo intrattiene contatti più o meno regolari.
Per esservi ammessi è necessario essere ticinesi e svizzeri, rispondere correttamente a tre domande sulla storia svizzera, ticinese e della Lega, e accettare tre regole fondamentali, che così vengono riassunte: “Chi insulta, bestemmia (non è specificato verso quale religione, ndr.), fomenta odio e vuole pubblicare notizie false verrà immediatamente bloccato”. Fin qui, a parte alcuni errori ortografici, grammaticali e sintattici nulla di male, anzi.
Andy Ferro, al secolo Andrea Ferrari, è invece un politico del comune di Monteceneri eletto in Consiglio comunale sulla lista Lega/UDC e Indipendenti. Côté UDC, stando alla presentazione ufficiale della lista. Ferrari ha una pagina Facebook personale e fa parte del gruppo sopracitato, di cui risulta essere anche moderatore per il Luganese. Gli è stato assegnato quindi l’importantissimo ruolo di vagliare post e commenti per vedere se qualcuno non rispetta le regole ed eventualmente sanzionarlo. Fin qui nulla di male, anzi.
Sennonché il nostro, poco tempo fa, parrebbe essere venuto meno alla sua funzione sia di consigliere comunale (un uomo che deve rispettare le regole che questa carica pubblica gli impone oltre che rendere conto agli elettori tutti dei suoi atti e delle sue affermazioni) sia di moderatore del gruppo, esprimendo senza veli e senza possibili fraintendimenti quali siano le sue idee e dove batta il suo cuore. Ho ricevuto, infatti, una segnalazione secondo cui circolano sui social media degli screenshot di alcuni suoi inquietanti commenti a un post apparso secondo le mie fonti appunto su “Il vero ticinese 2.0”, il gruppo che, ricordiamo, blocca e/o sanziona chiunque insulta, bestemmia, fomenta odio eccetera.
Così ecco che dapprima Andy Ferro scrive “Avete voluto far esplodere il ferro adesso è guerra iniziata…”, poi “Dux x sempre / W la razza ariana”, e infine “nel mio sangue circola sangue delle camicie nere”. Purtroppo, non essendo membro del gruppo, non ho potuto leggere il contenuto del post che ha dato il via alla discussione, per cui non posso dire a chi si riferisca e cosa abbia scatenato la sua rabbia.
Indipendentemente dal contesto, le frasi e gli slogan postati da Ferrari sono però talmente inequivocabili da non lasciare spazio a possibili interpretazioni e fraintendimenti, anzi gettano una luce invero piuttosto sinistra su quanto da lui scritto poco prima – “Hanno voluto la luce nei campi allora si lavora anche di notte” (di quali campi di lavoro sta parlando?).
Inspiegabile per contro il fatto che gli altri moderatori del gruppo non abbiano avuto qualcosa da ridire non solo sui commenti del Ferrari, ma pure su uno di tale Donato Manetti, che sotto un post dedicato alla guerra in Ucraina – questo è stato condiviso da un aderente al gruppo, per cui lo abbiamo potuto reperire e leggere – si è così espresso: “È ebreo Zelensky…. Non aggiungo altro” (segue emoji che vomita). Perché se un gruppo si dà delle regole, che le rispettino i vertici è il minimo che si debba pretendere.
Questi i fatti.
A questo punto avrei voluto approfondire, contestualizzare, porre alcune domande e dare al signor Ferrari e agli amministratori de “Il vero ticinese 2.0” la possibilità di esprimersi e spiegarsi, ma purtroppo non è stato possibile: l’iscrizione al gruppo da me richiesta, visti i giorni di silenzio ormai trascorsi dall’inoltro della domanda, devo supporre sia stata rifiutata (eppure ho un pedigree cantonticinese mica da ridere, alle domande ho risposto in modo corretto e ovviamente non bestemmio, non insulto, non fomento odio e non pubblico notizie false). Ma non finisce qui: adesso non posso neppure più vedere la pagina iniziale del gruppo, suppongo sia stato addirittura bannato; ho provato a contattare il signor Ferrari, qualificandomi come giornalista, ma a telefonate e messaggi non ho ricevuto risposta – mi correggo: su Messenger mi ha bloccato dopo avermi chiesto “per quale motivo dovrei chiamarla?” (se mi blocca e non mi dà la possibilità di spiegarmi non lo saprà mai, sembra lapalissiano).
Ho anche cercato di contattare l’amministratore e fondatore del gruppo, il signor Aldo Vanina, sempre qualificandomi come giornalista, il quale per tutta risposta su Messenger mi ha intimato di smetterla “immediatamente di importunare i membri del mio Comitato di gruppo Facebook, altrimenti saremo costretti a quererarla penalmente. Il Ministero Pubblico, la polizia giudiziaria ed il mio Avvocacato penalista di fiducia, sono già stati informati” (errori e maiuscole sono suoi, ndr.). Poi pure lui mi ha bloccato.
Nessun problema, continuo a fare il mio mestiere: raccolgo i fatti, li vaglio, li approfondisco e poi, se ritengo che ci sia un interesse (e qui sicuramente c’è), pubblico. Si chiama informazione (e contempla naturalmente anche il diritto di risposta).
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