Odermatt, baciato dalla grazia
Il suo oro nel gigante brilla più di quelli di Lara e Beat
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Il suo oro nel gigante brilla più di quelli di Lara e Beat
• – Libano Zanolari
Dibattito sulle prospettive della sinistra disunita - Articolo di Orazio Martinetti da laRegione Ticino
• – Redazione
Dibattito sulle prospettive della sinistra disunita - Contributo di Bruno Brughera
• – Redazione
Si deve parlare di Paolo Poma, perché è stato un politico eccezionale e non abbastanza ascoltato
• – Silvano Toppi
Certo, la 'ndrangheta. Ma chi ha guadagnato su appalti a prezzi stracciati e condizioni di lavoro disumane?
• – Federico Franchini
Il cerchio è chiuso: in pista ha sempre ragione lei
• – Libano Zanolari
Per quale motivo la valutazione deve rimanere espressa da un numero assoluto dal significato identico per tutti?
• – Rocco Bianchi
Sul salario minimo una brutta storia, protagonisti un sindacato giallo e chi lo sostiene facendo finta di non capire la differenza tra libertà di impresa e libertà di sfruttamento
• – Redazione
Ragioni e prospettive della ‘Grande dimissione’: sempre più lavoratori si licenziano per riconquistare una qualità di vita dopo decenni di deriva liberista
• – Christian Marazzi
In Salvador la Chiesa di papa Francesco riscatta la figura del prelato ucciso perché diventato simbolo della teologia della liberazione
• – Gianni Beretta
Il suo oro nel gigante brilla più di quelli di Lara e Beat
Tipi come il 24enne Odermatt nascono ogni 30-40 anni: sono dei predestinati: a loro tutto riesce facile. Ciò che agli altri costa enorme fatica, grande applicazione, per loro è un gioco: al suo debutto ai mondiali juniores di Davos, a 19 anni vince 5 medaglie d’oro: gigante, discesa, supergigante, combinata e gara a squadre.
Vincerà la Coppa del Mondo anche se dovesse andare 2 settimane al mare: salute permettendo, ed è questa l’unica incognita. L’infortunio può colpire anche chi è toccato dal dio: si sa che gli dei sono dispettosi nei confronti degli umani che fanno loro ombra… Odermatt come Toni Seiler, che debutta alle Olimpiadi di Cortina nel 1956 e vince slalom, discesa e gigante con un vantaggio di 6,2 secondi su Molterer. Come Jean-Claude Killy che ripete l’impresa a Grenoble nel 1958. Come Pirmin Zurbriggen, capace di imporsi in tutte le discipline. Altri grandi campioni hanno fatto la storia, ma solo in una, al massimo in due discipline, come di recente l’austriaco Marcel Hirscher.
Odermatt, con una minima preparazione mirata, sarebbe perlomeno fra i primi 10 anche nello slalom: è solo una questione di tempo, di calendario troppo fitto, non di capacità.
Questa tipologia umana è dotata di particolare grazia: sorridenti, distaccati quasi, hanno molte altre cose per la testa: possono diventare piloti d’auto, attori, allenatori. Per hobby, in poco tempo, vincerebbero anche nel curling o nel gioco della lippa. Senza minimamente insuperbire.
Perché oltre al talento innato, all’istinto per la linea, alla scelta del tempo nell’attacco e nella chiusura di una curva, alla sensibilità nel dosare la pressione e l’inclinazione dell’attrezzo, hanno anche quella intelligenza razionale che permette loro di vivere accanto agli altri umani, loro che lo sono in modo diverso rispetto a noi.
Immagine dalla diretta RSI
Il neo-zar ha annunciato il riconoscimento delle due Repubbliche auto-proclamatesi indipendenti da Kiev; un altro passo verso il peggio
Karin Keller Sutter ha lanciato la campagna in vista della votazione popolare sulla tredicesima AVS, prevista a marzo, dicendo che la proposta porterebbe a un aumento delle tasse....