Lo scorso 21 maggio, nell’ambito del “Festival artistique des affects, des genres et des sexualités” (alias “Fête du slip”), a Losanna, è stato lanciato ufficialmente il libro “
Travailler, lutter, diffuser” (Lavorare, combattere, diffondere). Frutto di un lungo lavoro, il libro presenta gli archivi creati dalla prostituta ginevrina Grisélidis Réal. In un momento in cui il discorso pubblico sui temi della sessualità ruota attorno al genere e ai diritti delle persone LGBTQ+, questa pubblicazione fornisce una prospettiva storica sulle lotte per l’emancipazione delle lavoratrici del sesso, che sono ancora prevalentemente donne cisgender e eterosessuali. Queste lotte rappresentano un importante modello di resistenza.
Scrittore, pittrice, prostituta e… documentalista
La tomba di Grisélidis Réal (1929-2005) si trova a Ginevra, nel Cimetière des Rois, non lontano da quella di Jorge Louis Borges. Porta l’epitaffio “Scrittore – Pittrice – Prostituta”. I dipinti di Réal sono poco conosciuti (un catalogo ragionato delle sue opere è stato pubblicato nel 2015). I suoi libri, invece, hanno contribuito a far uscire dall’invisibilità le lavoratrici del sesso. Sono una preziosa testimonianza della ricchezza e dell’importanza della prostituzione. Ma sarà probabilmente il lavoro di Réal come documentalista ad avere l’impatto maggiore.
Ha iniziato a raccogliere documenti nella seconda metà degli anni Settanta. Come scrive Jehane Zouyene, responsabile dello sviluppo del Centre Grisélidis Réal, “ha raccolto, ordinato, inventariato, fotocopiato e fatto circolare ogni tipo di documento relativo al lavoro sessuale e, più in generale, a qualsiasi sistema di esclusione”. Réal ha mantenuto una sorveglianza attiva, acquistando giornali e aggiungendo libri alla collezione, oltre ai documenti della sua corrispondenza in diverse lingue con attivisti all’estero. Questa attività si è intrecciata con la sua vita professionale, perché considerava la prostituzione un atto rivoluzionario. Nel 1982 scriveva: “Sono completamente esausta, ma felice, è l’una di notte, oggi ho avuto quattro clienti e ho fatto molte fotocopie”. Prestava libri e pacchi di documenti ai suoi clienti, che riceveva in mezzo ad una marea di fogli. Accanto al suo letto c’era una grande fotocopiatrice. Réal era ben consapevole del valore e dell’unicità della sua collezione di documenti. Finché è vissuta, è stata regolarmente interpellata per ricerche accademiche, e lei diceva che era “un insulto alla virtù” il fatto di essere l’unica in grado di fornire agli studenti della Svizzera francese il materiale sociologico di cui avevano bisogno, e che aveva “pagato con il suo Culo” [sic].
Un sogno diventato realtà
Alla presentazione del libro, il figlio maggiore Igor Schimek ha raccontato come, alla morte della madre, lui e i suoi fratelli e sorelle abbiano raccolto la montagna di documenti che Réal aveva lasciato nel suo appartamento di Rue de Berne. Gli archivi letterari, artistici e personali sono poi stati consegnati alla Biblioteca Nazionale Svizzera. Quaranta scatole di archivi militanti – tredici metri lineari di documenti – costituiscono il cuore di quello che è diventato il Centre Grisélidis Réal (CGR). Il Centro è gestito dall’associazione Aspasie, co-fondata nel 1982 dalla stessa Réal, e dal 2009 è ospitato nei locali di rue Amat messi a disposizione dalla Città di Ginevra. Diverse donazioni di fondi privati hanno arricchito la collezione e raddoppiato il numero di opere disponibili. È un sogno di Réal che è diventato realtà.
Un viaggio di lotta
I documenti e gli oggetti del Centro offrono diverse prospettive sul lavoro sessuale e confermano l’adagio marxista secondo cui “l’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi”. Tuttavia, è solo alla fine degli anni ’70 che Carol Leigh ha coniato il termine sex work, come ricorda in un contributo al libro. In effetti, l’interessse ed il sostegno esterno alle lavoratrici del sesso per tanto tempo sono stati quasi nulli. Un’eccezione degna di nota fu la prima presidente della Confederazione svizzera, Ruth Dreifuss, che nel 1999, durante una visita alle lavoratrici del sesso a Ginevra, disse di essere anche la presidente delle prostitute svizzere. Sono molte le lotte a cui Réal ha preso parte o che ha seguito da vicino: l’occupazione delle chiese di Lione e Parigi nel 1975; il processo di Grenoble nel 1980; l’autobus dell’AIDS nel 1991; il processo a Madame Claude; il riconoscimento, nel 1992, che le persone adulte che esercitano come lavoratrici del sesso in modo indipendente possono agire legalmente; ecc.
Un libro per tutti
Questo percorso è documentato nel libro, frutto di un lungo lavoro. Nel 2018 Aspasie ha incaricato due documentalisti di inventariare gli archivi di Réal conservati presso la CGR. Poi, nel 2020, è stato chiesto agli autori di esaminare gli archivi per determinare la loro prospettiva. Il risultato è una raccolta di documenti riccamente illustrata, con una serie di contributi che gettano, ciascuno, una luce particolare su questo particolare aspetto della vita sociale. Sarà interessante per ricercatori, attivisti e chiunque sia interessato a saperne di più su un mondo che spesso è considerato ai margini. Detto questo, è importante che il libro serva soprattutto la causa delle lavoratrici del sesso, come conferma, nel suo intervento, la lavoratrice Yumie Volupté, che parla delle difficoltà che le lavoratrici del sesso incontrano nel costruirsi un’identità e nel diventare parte di un preciso percorso esistenziale e professionale. Le opere di Grisélidis Réal hanno colmato il suo bisogno di amore e poesia; per lei gli archivi sono la prova tangibile dell’esistenza delle sex worker nella società. Seguendo le orme di Réal, anche le lavoratrici del sesso come lei possono scrivere la loro storia.
La lotta continua
Nonostante queste note positive, la situazione delle lavoratrici del sesso rimane precaria. Durante il periodo Covid, il lavoro sessuale è stato vietato, senza dubbio a causa di pregiudizi secolari, e solo nel 2021 il Tribunale federale ha finalmente stabilito che i contratti di prostituzione non sono più contrari alla morale. Siamo ancora lontani dal considerare la prostituzione come un prendersi cura, un servizio che – nelle parole di Yumie Volupté – “contribuisce a rendere il mondo un posto migliore, perché è importante toccarsi, avere uno spazio di libertà dove poter accedere alla tenerezza e al contatto fisico”.
Testo scritto per il portale romando “Bon pour la tête” e tradotto qui con la supervisione dell’autore
Su Grisélidis Réal, scrittrice di notevole forza e qualità, si vedano anche le traduzioni in italiano, a cura del locarnese Yari Moro, di due importati libri pubblicati dall’editore Keller di Rovereto: “Il nero è un colore”(2019) e “Con tanto dolore e tanto amore” (2021)
Un ritratto della Réal attraverso le sue opere è fornito da una bella intervista a Yari Moro realizzata da Massimo Zenari e diffusa dalla rubrica “Alice” della RSI Rete Due