Quella strada non s’ha da fare
Le politiche ambientali svizzere sono cambiate molto negli ultimi anni. Purtroppo in peggio. Fra i vincitori, cementificatori e USTRA
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Le politiche ambientali svizzere sono cambiate molto negli ultimi anni. Purtroppo in peggio. Fra i vincitori, cementificatori e USTRA
• – Simona Sala
di Martino Colombo e Filippo Contarini
• – Redazione
Spunti di riflessione in margine alla serata di Naufraghi/e dedicata all’autogestione
• – Maurizio Chiaruttini
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• – Redazione
• – Franco Cavani
Un dramma politico e umano. Pechino aggredisce e sta cancellando ogni forma di opposizione e dissenso
• – Loretta Dalpozzo
La vicenda del FC cittadino ricorda la storia vera del finto capo indiano che truffò il Ticino, terra di "conquista"
• – Libano Zanolari
Presto potrebbe diventare la più diffusa ma il numero dei casi è contenuto visto che, nonostante le aperture, i contagi calano
• – Riccardo Fanciola
Tutta la serata speciale organizzata da Naufraghi/e all’Aula Magna dell’USI di Lugano per discutere di autogestione e democrazia
• – Redazione
Audizioni in Procura dei municipali di Lugano, a quasi un mese dai fatti
• – Marco Züblin
Le politiche ambientali svizzere sono cambiate molto negli ultimi anni. Purtroppo in peggio. Fra i vincitori, cementificatori e USTRA
Era bello fare gli ambientalisti negli anni 90 e 2000, quando al tavolo delle trattative si trovavano “antagonisti” con cui era possibile discutere, poiché vedevano la posta in gioco in tutta la sua interezza. La Svizzera sembrava sulla strada giusta per trasformarsi gradualmente in paese modello per un’Europa all’epoca ancora lontana dall’urgenza delle questioni ambientali.
Il popolo svizzero sembrava intuire la necessità di un cambiamento di rotta, e i successi delle votazioni Iniziativa delle Alpi (1994), TTPCP e finanziamento TP (1998) e Avanti No (2004, in cui, peraltro, si metteva un veto al raddoppio del Gottardo) lasciavano ben sperare su quello che sarebbe potuta essere la filosofia ambientalista nazionale. Poi però le cose sono cambiate e, imprevedibilmente per chi in quegli anni era al fronte per la protezione della natura, in peggio.
Forse la prima volta il “tabù ambientalista” è stato infranto dalla Consigliera federale pipidina Doris Leuthard, che con i suoi grandi sorrisi, l’entusiasmo per le grandi opere e indubbie capacità oratorie, è riuscita a convincere il popolo svizzero della bontà del raddoppio autostradale del San Gottardo. Per la gioia incondizionata, fra gli altri, di USTRA (Ufficio federale delle strade), che, pur essendo, appunto, ufficio federale, e dunque pubblico, e non partito politico, durante la campagna per il raddoppio sguinzagliò per tutta la Svizzera i propri funzionari mandandoli a partecipare a dibattiti politici in veste di proseliti.
Il cambiamento di rotta della classe politique e del popolo in materia di temi ambientali è stato evidente in tutta la sua dolorosa concretezza lo scorso 13 giugno, quando sono stati respinti tutti i temi in votazione. Probabilmente è un segno dei tempi, l’ambiente è quantità négligeable, e la Gioventù del clima un gruppo di ragazzi capricciosi senza esperienza, e così anche questa volta USTRA ne è uscito più ringalluzzito di prima, e prosegue con slancio ed energia tutti i suoi piani di cementificazione/asfaltamento.
L’ultima misura (in ordine di tempo) per cui si batte questo nostro ufficio di funzionari dediti alla politica, è la costruzione di una nuova corsia autostradale tra Chiasso e Mendrisio. Sulle prime semplicemente denominata “terza corsia”, ha ora subito un restyling di nome, forse per mettere a tacere animi critici che si vorrebbero più tranquilli, trasformandosi in “corsia dinamica”. Come riportato sulle pagine de La Regione del 27 maggio, Guido Biaggio, vicedirettore dell’Ufficio federale in questione, sente di avere “tagliato un traguardo” in materia di consensi, anche perché (e qui ci viene molto da ridere), un domani si potrà destinare la contesa corsia al car pooling o ai mezzi pubblici.
Insomma, se non abbiamo capito male, si ovvia alla mole indecente di traffico che da anni soffoca il Mendrisiotto e il Basso Ceresio con una nuova corsia, che agevolerà il traffico negli orari di punta e sicuramente ne attirerà di nuovo, mettendo a tacere chiunque non sia d’accordo con questa soluzione tirando in ballo l’esperienza fatta da altre grandi città e la possibilità di coinvolgere fantomatici mezzi pubblici di cui non si conosce l’entità (dunque i treni passeranno dall’autostrada? O verranno create nuove linee di bus per l’autostrada?).
Non fosse una questione tanto seria e urgente, quella dell’ambiente, ci verrebbe quasi da ridere. Ma poiché non è bello essere gabbati così spudoratamente e poiché i risultati di inquinamento a breve e lungo termine sono molto più palesi di quanto non lo fossero 20-30 anni or sono, non ci resta che piangere. O forse tornare a ribellarci.
Complimenti per il suo humor nei confronti dei no-vax, ma consenta una domanda… umoristica
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