Tempesta perfetta in casa liberale
Qualche prima nota provvisoria dopo la débâcle elettorale
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Qualche prima nota provvisoria dopo la débâcle elettorale
• – Marco Züblin
Dopo Nature, anche British Medical Journal e Lancet evidenziano che il coronavirus si trasmette per via aerea
• – Riccardo Fanciola
Una prima analisi a bocce non ancora del tutto ferme
• – Rocco Bianchi
L’idea di un super-campionato europeo solo per grandi club, ultima spiaggia della degenerazione pallonara
• – Aldo Sofia
Comunali: soddisfatti liberali e rossoverdi, delusione PPD, e Lega in chiaroscuro: l'analisi di Andrea Pilotti, dell'Osservatorio della vita politica regionale-Uni Losanna
• – Aldo Sofia
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
L'esito delle elezioni non costituisce un placet per una politica e per partiti in cerca di identità
• – Marco Züblin
Usare i primi risultati delle inchieste in corso per minimizzare il problema delle molestie peggiora la situazione
• – Mario Conforti
Lo sostiene un cacciatore dell’antiriciclaggio che operò anche in Svizzera
• – Federico Franchini
Foto reportage fra i banchi di una scuola particolare per il sostegno ad allievi che beneficiano di un supporto particolare
• – Patrizio Broggi
Qualche prima nota provvisoria dopo la débâcle elettorale
Alla RSI hanno qualche problema di aritmetica, che ha impedito di cogliere ieri tutta l’entità del tracollo liberale alle ultime Comunali. Tutti infatti a commentare la stabilità a livello di seggi, il nuovo plebiscito popolare per l’alcalde (un evento da teatro dell’assurdo), la new entry che suscita attese, e la old entry che segnala tante cose e tutte un po’ inquietanti; ma, passando a quantificare, ecco il pur preciso notista politico (Melchionda) parlare al Quotidiano di una flessione del 7.6 per cento dei voti liberali, mentre la verità è assai diversa, ben più drammatica per l’ex partito-faro della città-faro del Cantone: in effetti, alle elezioni per il Municipio, il PLR è passato dal 31.5% al 23.9%, con una perdita sì di 7.6 punti percentuali, ma corrispondente a un’erosione di quasi un quarto del suo elettorato (-24%, più o meno). Scenario che sembra in sostanza replicarsi al legislativo, con i liberali al 25 per cento. Un terremoto, né più né meno.
A prescindere dalla crisi generale di idee e di progetti che attanaglia quasi tutti i partiti, i liberali stanno scontando a Lugano dinamiche personali astruse e suicide, agguati e coltellate, messaggi trasversali e concordanze di comodo, cavalli di razza sacrificati sull’altare di altrui mediocrità, e via sbagliando; ma soprattutto paga l’incapacità di avviare una chiara riflessione identitaria, di smarcarsi dalla narrazione e dalla prassi della Lega, di formulare un credibile e valido progetto alternativo rifiutando alleanze spurie; e trovando persone in grado di promuovere questo progetto. La sensazione è che a Lugano, prima che altrove, il vecchio modo di fare politica partitica stia mostrano platealmente la corda; l’appiattimento sulle posizioni altrui non funziona, e comunque mai in momenti come questi, in cui la crisi, il senso di incertezza e lo sconcerto generale dominano, e nei quali si ha bisogno di trovare e proporre visioni e progetti chiari, la sfida dell’alternativa.
Ho sempre pensato che non vi fosse nulla di male a perdere le elezioni, se però si ha la forza delle idee, il coraggio di elaborare e di difendere con forza e chiarezza un progetto politico, se si rifiutano compromessi in nome di uno strapuntino nella stanza dei bottoni; altre elezioni arriveranno, e se si lavora bene e con serietà, la ruota può facilmente girare. Il peggio è invece tentare di leggere le tendenze dell’elettorato, meglio di certo elettorato, e di elaborare una narrazione che non faccia altro che assecondarle; nessuno vota la fotocopia se può votare l’originale, o vota senza intestazione (facendo di questa modalità penalizzante di voto il “partito” quasi più grande della città). Il mantra liberale è l’ascolto dell’elettorato, che può sì essere una premessa ma non può mai esaurire l’analisi; il tema vero è infatti quello delle idee e dei progetti, e della capacità di … farsi ascoltare. Il presidente della sezione di Lugano se n’è andato, come aveva preannunciato al momento della nomina; il risultato delle urne lo avrebbe comunque condannato, ma senza una sua vera colpa in un disastro che ha radici lontane.
Ora si torna ai soliti cantieri della politica, che sono i cantieri di una progettualità senza testa e senza senso, e alle miserie che da tempo ci occupano. L’alcalde chiede ora concordanza, ovviamente, per condividere la responsabilità delle scelte e magari tentare di passare alla storia a spese altrui (soprattutto dei contribuenti). Uno dei Municipali liberali se ne sta seduto su un bel cuscino di voti leghisti e quindi in odore di alleanza di legislatura, più o meno sotterranea, con il partito di maggioranza relativa; e il presidente biancoblù farà il battitore libero a beneficio più della propria agenda personale che non della città. Tempesta perfetta, per un partito senza vele e senza timone come quello liberale.
Lontani gli anni ruggenti dell'ex "partitone", il PLR non può sperare nella riconquista della prima poltrona in Municipio a Lugano; il Centro può contare sul riverbero dei buoni...
Per uscirne vivi serve solidarietà, convinzione e... un piccolo, rudimentale periscopio