Tra Bond e un cartoon
Nelle sale il nuovo episodio di “Mission impossible”
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Nelle sale il nuovo episodio di “Mission impossible”
• – Michele Realini
Dai rave party stupranti alla natura e ai suoi diritti
• – Silvano Toppi
Il vertice russo-africano di San Pietroburgo si chiude con la promessa di Putin di regalare il grano ad alcuni paesi del continente nero: che comunque condanna l’uscita di Mosca dall’“accordo del Mar Nero”
• – Yurii Colombo
Il populismo che avanza, in nome della “gente autentica” e contro le élite "cosmopolite e corrotte"
• – Redazione
L’ottantesimo della nascita e il decennale della scomparsa hanno riportato il cantautore al centro dell’attenzione. Complice anche una splendida mostra itinerante
• – Michele Ferrario
Barbieworld è un mondo meno lontano di quanto pensiamo, alcuni di noi un po’ ci vivono già
• – Simona Sala
Pubblicato uno studio che si basa su campioni prelevati da 38 laghi
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Al potere dal 1985, il Primo Ministro cambogiano, 70 anni, ha annunciato le dimissioni tre giorni dopo la sua vittoria elettorale. A succedergli sarà il figlio Hun Manet: uno smacco per la democrazia
• – Loretta Dalpozzo
Pubblicato un rapporto di Amnesty sui metodi di controllo fortemente oppressivi, utilizzati e intensificati dalle autorità iraniane, nei confronti di donne e ragazze
• – Redazione
Da fan sfegatato di 007 ho sempre considerato il franchise di “Mission Impossible” (di cui non ho visto tutte quante le puntate, confesso) una sorta di brutta copia dell’agente segreto britannico. L’ispirazione da Bond probabilmente gioca un certo ruolo, benché il franchise di Tom Cruise si rifaccia direttamente all’omonima serie televisiva americana degli anni Sessanta (guarda caso, però, gli anni dei primi film di James Bond). La rivalità tra i due brand dura tuttora; sembrano insomma inevitabili i paragoni.
Un mio caro amico mi ha invitato a vedere “Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno”, di Chistopher McQuarrie),al cinema, e malgrado le riserve non mi sono pentito. Non è un film perfetto: è un po’ prolisso e contiene dialoghi troppo lunghi, inseriti a mo’ di spiegoni; le scene d’azione sono invece confezionate ottimamente e avvincenti. L’uso della tecnologia, le riprese e le sequenze mozzafiato (realizzate dallo stesso Tom Cruise, sempre più stuntman di se stesso) valgono la visione.
Se ho parlato di Bond all’inizio è perché in questo settimo “Mission Impossible” le citazioni dai capitoli dedicati alla spia di Ian Fleming sono numerose. Sono presenti omaggi a “Dalla Russia con amore”, “La spia che mi amava” e “Spectre” per le scene di lotta all’interno del treno; quanto ai combattimenti sul tetto delle carrozze ci si rifà a “Skyfall”. L’inseguimento a Roma con la Fiat Cinquecento gialla rimanda a quello con la Citroën 2 Cavalli gialla di “Solo per i tuoi occhi”.
L’oggetto che Ethan Hunt deve trovare, una chiave formata da due metà, ricorda quasi il sistema Lektor e il sistema ATAC dei già citati “Dalla Russia..” e “Solo per i tuoi occhi”; il salto con la moto eseguito dalla star in persona riprende quello di “Goldeneye”; infine l’ambientazione romana e soprattutto veneziana le abbiamo già viste in altri lavori, compreso “Casino Royale”.
Altri riferimenti, al di fuori del celebre canone inglese, vengono da “Caccia a Ottobre rosso” per il sottomarino, da “Blade Runner” per la ragazza “cattiva” col volto dipinto, e da “La grande fuga” per lo scorrazzare sulle due ruote nei prati da parte del protagonista principale.
Le mie critiche vanno ai dialoghi a volte noiosi, come accennato, e proprio al divo nonché produttore e meraviglioso atleta, che mantiene sempre la stessa espressione. Cruise è normalmente un bravissimo attore, eppure in questo contesto a livello recitativo è piatto. Il personaggio di Ethan Hunt è freddo, senza sentimento, piuttosto asessuato e solo apparentemente ribelle e indisciplinato – una macchina infallibile che non sbaglia mai e sa sempre cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.
Può darsi che il format “Mission Impossible” non richieda una gamma interpretativa vasta, penso comunque che i Bond racchiudano più humour e, nel ciclo con Daniel Craig in particolare, “cuore” e romanticismo, con una vera maturazione dell’uomo.
Le location italiane, qui così cartolinesche, mostrano una Roma ed una Venezia praticamente vuote, senza folla né turisti: la spiegazione è che la pellicola è stata girata in tempo di Covid. L’immagine restituita (dal momento che non si notano mascherine né vi è traccia di virus nel plot) è tuttavia quella di città non credibili nella quotidianità.
Non so se sono io che pretendo troppo. Il titolo della serie, “Mission Impossible”, è chiarissimo nel ribadire che è pura fantasia, puro entertainment, e tutto in fondo funziona già così, senza alcuna parvenza di plausibilità. Un cartoon interpretato da umani.
Lo spettacolo è ad ogni buon conto garantito, e chi ama titoli del genere o vuole semplicemente divertirsi deve correre in sala.
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