Un’ex procuratrice anticorruzione a processo in Grecia per un “affare svizzero”
Eleni Touloupaki era responsabile di un'indagine che coinvolgeva politici. Ora è sotto processo per "abuso di potere" in un procedimento relativo a un clamoroso caso di corruzione da parte di Novartis
“Per quattro anni sono stata allo sbando, un calvario personale”, dice Eleni Touloupaki, ex procuratrice anti-corruzione, con il volto tirato, nello studio del suo avvocato il 30 gennaio. Processata dal novembre 2022 per “abuso di potere” davanti a un tribunale speciale di Atene, ha parlato per la prima volta davanti alla corte il 23 gennaio e la sua sorte dovrebbe essere decisa entro la fine di febbraio.
Dal 2017, il magistrato era responsabile dell’indagine Novartis, un caso che coinvolgeva l’azienda farmaceutica svizzera, accusata di aver pagato tangenti ad alti funzionari e medici per gonfiare i prezzi dei farmaci sul mercato greco. All’epoca, in piena crisi economica, quando i creditori (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea, Banca Centrale Europea) controllavano attentamente la spesa sanitaria del Paese, Novartis commercializzò dieci prodotti a prezzi elevati. Secondo l’indagine condotta dalla magistratura greca, queste pratiche sono costate allo Stato circa 3 miliardi di euro.
Lo scandalo è iniziato con un’indagine dell’FBI. La filiale greca di Novartis ammette alla polizia americana di aver pagato, tra il 2012 e il 2015, tangenti a dipendenti di ospedali pubblici per aumentare le vendite di alcuni farmaci. Nel 2020, Novartis accetta di pagare 347 milioni di dollari (317 milioni di euro) in un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. In Grecia, invece non emerge alcuna indagine e men che meno una condanna. non c’è alcuna condanna. Ma nel giugno scorso, però, ecco che anche il governo ellenico si muove ed il Ministro della Salute greco chiede alla società 214 milioni di euro di danni.
Mai prima d’ora un caso ha diviso così tanto i politici greci. Rivelata sotto il governo di sinistra di Alexis Tsipras, l’indagine ha coinvolto più di cento medici, una trentina di alti funzionari pubblici e dieci politici dei precedenti governi di destra (Nuova Democrazia) e socialisti (Pasok-Kinal). “Poiché i prezzi dei farmaci sono stabiliti da funzionari di alto livello, l’indagine ha inevitabilmente raggiunto politici influenti”, spiega Eleni Touloupaki.
Un “complotto” di Syriza
Nuova Democrazia e Pasok-Kinal hanno quindi accusato il partito del Primo Ministro, Syriza, ma anche la signora Touloupaki, di un “complotto” per danneggiare questi politici. Alcuni degli accusati, tra cui ex ministri della Sanità, hanno deciso di fare causa al pubblico ministero. “Fin dall’inizio abbiamo ricevuto minacce di ogni tipo dai politici su cui stavamo indagando. Sconosciuti sono entrati in casa mia due volte, portando via solo documenti e appunti personali e inviandomi un chiaro messaggio sul pericolo che correvo (…). Ero consapevole di avere a che fare con un caso di corruzione molto grave, ma la realtà andava oltre la mia immaginazione”, racconta oggi Eleni Touloupaki.
Dopo l’affermazione del governo conservatore nel 2019, è stata licenziata. Nel 2020, il Parlamento ha approvato una legge che abolisce la carica di procuratore anticorruzione e i casi di Touloupaki sono stati presi in carico dal procuratore per i crimini economici. Dei dieci politici per i quali era stata aperta un’indagine preliminare, solo tre sono stati infine perseguiti.
Nel 2021, i giudici hanno deciso che il caso era chiuso e che era impossibile sapere da dove provenissero le ingenti somme di denaro trovate nei conti degli imputati. Nell’estate del 2022, i tribunali hanno però infine stabilito che le indagini della procuratrice Touloupaki sul caso Novartis erano state condotte correttamente e che non aveva cercato di fomentare alcun complotto contro questi politici.
L’ultima parte della battaglia legale contro l’ex procuratrice si sta concludendo. Questa volta è accusata di “abuso di potere” da diversi politici coinvolti nella vicenda Novartis, per non aver consegnato al parlamento documenti relativi a un ex ministro della Sanità di Syriza, anch’egli presumibilmente coinvolto nello scandalo.
Per l’avvocato dell’ex procuratore, Giannis Mantzouranis, “questo processo rimarrà negli annali giudiziari del nostro Paese”. Per la signora Touloupaki, è l’indipendenza dei giudici e dei pubblici ministeri ad essere presa di mira e l’obiettivo è che in futuro non osino attaccare i cosiddetti ‘intoccabili’, cioè i potenti del mondo politico ed economico”.
“Non ho mai visto, in almeno venticinque anni, un simile procedimento giudiziario contro i pubblici ministeri in Grecia. Tutti hanno paura di prendere posizione su questo caso per timore di essere attaccati dai media e dai politici. È preoccupante per lo stato di diritto in Grecia”, afferma un analista della politica greca che preferisce rimanere anonimo.
Coinvolto dall’estate in un caso di intercettazioni illegali di oppositori, giornalisti e ministri, “il governo Mitsotakis sta cercando di distogliere l’attenzione degli elettori da altri scandali legati al governo precedente”, ha dichiarato il direttore del settimanale “Documento” Kostas Vaxevanis, che è stato accusato da alcuni dei funzionari coinvolti nell’indagine Novartis di far parte di una “cospirazione” per aver rivelato il loro coinvolgimento nello scandalo. È stato assolto in giugno.
Traduzione a cura della nostra redazione
Nell’immagine: Eleni Touloupaki in un fotomontaggio