L’UDC estende i suoi attacchi dalla RSI alla SSR
Dai boicottaggi di Marco Chiesa in Ticino alle intimidazioni nella Svizzera tedesca ed ai preparativi di un’iniziativa per dimezzare il canone radiotelevisivo
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Dai boicottaggi di Marco Chiesa in Ticino alle intimidazioni nella Svizzera tedesca ed ai preparativi di un’iniziativa per dimezzare il canone radiotelevisivo
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Dai boicottaggi di Marco Chiesa in Ticino alle intimidazioni nella Svizzera tedesca ed ai preparativi di un’iniziativa per dimezzare il canone radiotelevisivo
Le notizie sul boicottaggio della RSI, da parte di Marco Chiesa, sono rimbalzate a nord delle Alpi dove si profila un attacco frontale dell’UDC contro la SSR per dimezzare il canone radiotelevisivo. È quanto emerge da un’accurata e circostanziata inchiesta pubblicata dai giornali di CH-media, fra cui l’Aargauer Zeitung, il St. Galler Tagblatt e la Luzerner Zeitung. Citano Marco Chiesa che dichiara candidamente che “non so nulla dei contrasti” con la RSI. Un’affermazione in netta contraddizione con 2 comunicati ufficiali dell’UDC Ticino in cui non solo si boicotta la RSI, negando informazioni ed interviste, ma si chiedono persino le dimissioni del capo dell’informazione Reto Ceschi, come abbiamo riferito recentemente. Il boicottaggio è stato tolto dal presidente dell’UDC ticinese Piero Marchesi, ma non da Marco Chiesa. “Non parla più con noi” ha dichiarato Reto Ceschi ai CH-media. Parla però con Othmar von Matt, l’autore dell’inchiesta giornalistica, e preannuncia un’iniziativa popolare per dimezzare il canone radiotelevisivo.
I preparativi sono già in corso e dietro le quinte si stanno attivando dei falchi come il consigliere nazionale UDC Thomas Matter e il direttore dell’USAM Hans-Ulrich Bigler. L’UDC non si limita dunque alla RSI, prende di mira tutta la SSR. Ha inviato a SRF, la radiotelevisione svizzero tedesca, diverse lettere più o meno pretestuose. Comprensibile l’amarezza per un dibattito sull’accordo quadro con l’UE senza un partecipante dell’UDC. È giusto interpellare i responsabili per sentire le loro ragioni e poi giudicare. Pretestuosa invece la reazione a una trasmissione della Rundschau sull’acquisto dei caccia bombardieri F-35. Documenti segreti rivelano scenari in cui i caccia non si limitano ad azioni difensive, ma compiono anche attacchi offensivi all’estero. I giornalisti di SRF fanno correttamente il loro lavoro, intervistano anche un esponente dell’UDC e danno la parola allo stesso comandante dell’aviazione militare il quale sottolinea che gli scenari sono fittizi.
Nonostante ciò, SRF viene denigrata dall’UDC, viene accusata di complicità con il gruppo per una Svizzera senza esercito. È un’accusa gratuita, un tentativo d’intimidazione e quindi una sferzata all’indipendenza della stampa. Ma l’UDC non molla, adesso attende il responso delle urne, il 13 febbraio, all’iniziativa sull’aiuto ai media. Confida in un NO degli elettori per mettere in riga gli editori privati. Dopodiché ripartirà all’arrembaggio del servizio pubblico con l’iniziativa per dimezzare, né più né meno, il canone della SSR.
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