Da una zattera alla scoperta di una piattaforma
Nelle serate estive, perché non perdersi nell’offerta variegata dei video di “Play Suisse”?
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Nelle serate estive, perché non perdersi nell’offerta variegata dei video di “Play Suisse”?
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Nelle serate estive, perché non perdersi nell’offerta variegata dei video di “Play Suisse”?
Oggi, la gran parte dei telespettatori, in ogni parte del mondo, sceglie non solo cosa guardare, ma anche quando, grazie all’offerta di menu consultabili e accessibili in ogni momento.
Anche nel nostro microcosmo, svizzero e svizzero italiano, ormai gli appuntamenti da aspettare con il fiato sospeso e all’ora precisa sono ormai solo quelli sportivi, da vivere e convivere “in diretta”, in tempo reale.
Per il resto, compresi gli appuntamenti informativi, ci si può sempre arrivare dopo cena, con comodo, magari anche dopo il caffè con l’amaro.
E poi, naturalmente, c`è la possibilità di accedere, senza problemi, in un batter d’occhio, alla sterminata offerta delle piattaforme di streaming a pagamento, da Netflix a Apple+ ad Amazon prime, contenitori di fiction (ed un po’ di documentaristica) per lo più americana, un po’ prodotta un po’ distribuita: grandi budget per grandi audience in tutto il mondo.
Eppure, appunto nel nostro microcosmo svizzero e svizzero italiano, da qualche mese una nuova piattaforma di questo tipo, naturalmente molto più modesta nelle possibilità e nelle ambizioni, sta ottenendo un bel seguito di pubblico con l’offerta di produzioni nazionali, delle quattro regioni linguistiche, proposte in versione originale con i sottotitoli almeno in tre lingue.
Dunque, per intenderci, tutto è visibile, per noi, in italiano o con i sottotitoli in italiano: basta andare su playsuisse.ch e si scoprirà così un ventaglio di film fiction e documentari davvero sorprendente, che mette gratuitamente a disposizione degli utilizzatori titoli di ogni genere realizzati, grosso modo, nell’ultimo ventennio.
Non c’è davvero che da sbizzarrirsi nello scegliere fra corti d’autore, animazioni per bambini, documentari d’inchiesta o di viaggio, fiction seriali o di successo nelle sale.
Notevole la presenza di produzioni o coproduzioni della RSI, da documentari premiati a livello internazionale come “Il ponte spezzato” di Philippe Blanc o “Non ho l’età” di Olmo Cerri, alle fiction di grande successo come la serie di corti “Arthur”, girata da Nick Rusconi.
Ma per il pubblico svizzero italiano ciò che forse merita maggiore attenzione e curiosità in “Play Suisse” è scoprirvi produzioni nazionali sconosciute, di grande suggestione e fascino, come ad esempio i documentari romandi di “Passe-moi les jumelles” (con testo ed immagini sempre curatissimi), oppure i documentari d’inchiesta di “DOK” (si pensi a quelli dedicati alla medicina).
Non sono che due esempi, relativi, fra l’altro, a due noti appuntamenti settimanali di SRF e di RTS, ma sulla piattaforma proprio questo criterio, legato alle testate d’origine dei prodotti, è completamente aggirato e dimenticato.
L’offerta di video è organizzata per macrotemi (Fiction, Documentari, Famiglia, Festival) e per temi come Natura, Educazione, Arte, Musica ecc.
Proprio nella sezione “Musica”, che nei primi mesi ha già offerto vere “perle” come l’integrale dei concerti e delle sinfonie di Beethoven oppure una rassegna in formato “Lockdown” del meglio della produzione pop, rock e folk nazionali, in questi giorni si aggiunge una particolarissima serie di documenti straordinari: quaranta grandi concerti della storia (e della leggenda) del Festival Jazz di Montreux proposti per la prima volta insieme (e naturalmente sempre gratuitamente) in coincidenza con l’inizio e lo svolgimento della 55ma edizione del Festival.
La lista degli artisti è da mozzare il fiato dei tanti appassionati: Carlos Santana, Chick Corea, Phil Collins, Johnny Cash, Deep Purple, Patty Smith, Emerson Lake & Palmer, e chi più ne ha più ne metta.
Un’operazione importante e di prestigio, che qualifica ulteriormente la piattaforma digitale SSR come collettore di iniziative di grande portata, realizzate in collaborazione con istituzioni ed eventi di richiamo culturale internazionale: basti andare a vedere, passando al cinema, nella categoria “Festival”, le sezioni dedicate a selezioni di film di rassegne come “Vision du Réel” di Nyon, o il NIFFF (Neuchâtel International Fantastic Film Festival).
Verrebbe insomma da dire che pur “nel suo piccolo” (se confrontata con giganti come Netflix) anche la piattaforma Play Suisse sa fornire non poche occasioni per scoprire vere e proprie chicche, per lo più “nascoste” nel nostro giardino nazionale, da cogliere al volo e tenere con sé per sempre.
Un esempio per tutti: il cortometraggio “La femme et le TGV” realizzato nel 2016 da Timo von Gunten, che in 30 minuti esatti racconta una storia (vera) e indimenticabile di una donna che vive sola in una casa cantoniera dove ogni giorno passa un solo treno, un TGV appunto, che le cambierà la vita. Protagonista un’attrice straordinaria, un mito, nientemeno che Jane Birkin, che qui non nasconde di apparire com’è, una donna settantenne senza trucco né ritocchi, per fornirci un’interpretazione eccezionale che ha portato il film alla candidatura all’Oscar.
Un film semplicemente bellissimo, da trovare, assolutamente, dentro lo scrigno di Play Suisse!
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Nella scorsa edizione, alla Televisione svizzero romanda (RTS) erano andati ben cinque premi su 18, in tre delle cinque categorie. Quest’anno, nada. Ma non solo.