Domande ricorrenti e scottanti sul fronte della pandemia
Scienza, politica e media nella narrazione della situazione attuale delle misure legate al Covid-19
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Scienza, politica e media nella narrazione della situazione attuale delle misure legate al Covid-19
• – Enrico Lombardi
Lugano celebra i propri morti ma ignora gli annegati della Foce
• – Redazione
foto © Marco D’Anna – Entra pure, vieni avanti. – Quella voce aveva qualcosa di familiare. – Ma, su quel tavolo c’è il primo libro che ho letto. Sento il profumo...
• – marcosteiner_marcodanna
Perché mi tengo il motore a benzina malgrado le lusinghe degli elettroni
• – Cesare Bernasconi
Uno scandalo che dice molto di un certo tipo di vuoto edonismo, e di certe teste
• – Redazione
A causa di Covid-19 si muore… anche di fame. Un rapporto dello scorso mese – ignorato dalla gran parte della stampa – certifica che la pandemia ha aggravato il problema della...
• – Redazione
L’UDC spara sulle città, incensa le campagne, ma dimentica le agglomerazioni
• – Daniele Piazza
Messi, Lukaku e... Mansueto
• – Marco Züblin
Biden pensa che sull'Afghanistan gli americani lo capiranno, ma può rivelarsi un azzardo: l'analisi di Emiliano Bos, ex corrispondente RSI negli Stati Uniti
• – Aldo Sofia
Quanto è sincero il discorso ‘moderato’ dei conquistatori di Kabul e quali sono i loro nuovi obiettivi
• – Redazione
Scienza, politica e media nella narrazione della situazione attuale delle misure legate al Covid-19
Ad accrescere l’intensità e la portata dello scontro fra i due fronti probabilmente anche lo specifico periodo di “fine estate”, che significa da una parte una accentuata possibilità (leggasi probabilità) di contagio legato ai rientri dall’estero, dall’altra la riapertura delle scuole, con tutte le problematiche di gestione delle misure anti-Covid che ne conseguono.
In Ticino, il DECS pare, per ora, aver trovato una sorta di consenso intorno ad una strategia di ritorno a scuola diremmo “attendista”; rientro con mascherina per tutti, docenti e allievi, ma solo per un paio di settimane, poiché in previsione dovrebbe esserci un allentamento delle misure che potrà portare a scegliere se proteggersi o ritenersi protetti (previa autocertificazione). Insomma, una strategia che parrebbe intravvedere, a metà settembre, delle condizioni migliori di oggi, mentre in verità non poche voci scientifiche affermano che in prospettiva la situazione dovrebbe (potrebbe) aggravarsi.
Mentre Manuele Bertoli conferma che «restano alcuni dettagli da affinare, ma complessivamente l’impianto regge.» (con una definizione delle misure – “l’impianto regge” – non propriamente rassicurante), il medico cantonale Giorgio Merlani annuncia risultati “buoni”, sul fronte della copertura vaccinale del personale curante in Ticino (intorno all’80%) e che per il passaggio ad una terza fase vaccinale si attenderà il preavviso del mondo scientifico.
Insomma, che la Scienza indichi la via e le misure. E infatti la Scienza ci prova, di principio, e dichiaratamente, “per approssimazione”, nel senso che suo compito (e competenza) è quello di raccogliere dati e sulla base di quei dati fornire indicazioni. Ma le eccezioni, gli imprevisti, i “casi particolari” sono lì, dietro l’angolo, pronti ad essere utilizzati dal fronte degli scettici o degli oppositori della politica vaccinale.
Non è certo colpa della Scienza se risultati sicuri ed assoluti non ve ne sono (benché i dati sui benefici della vaccinazione toccano ormai il limite del certo ed assodato): la Scienza continua a fare il suo lavoro e prova a non escludere nulla. Poi la Politica deve fare la sua parte e decidere, si spera, per il bene collettivo (no-vax compresi, e ci mancherebbe).
In mezzo a tutto quanto stanno i “media” ed il delicato ruolo che svolgono nel dar conto dei risultati ottenuti, da una parte, e delle decisioni prese, dall’altra. Il ruolo dei mezzi di informazione, inutile e quasi banale ribadirlo qui, appare fondamentale e pieno di “insidie” anche deontologiche di non poco conto.
Prendiamo, ad esempio, una notizia uscita un paio di giorni fa sul portale “Argovia Today” ripreso anche da Tio il 18.8.21: “A causa del COVID, in Svizzera nove persone sono paralizzate – In Svizzera si registrano diversi casi di paraplegia dopo l’infezione. È una conseguenza particolarmente grave del virus”.
Titolo ad effetto, certamente e articolo inquietante: ecco un’ulteriore conseguenza del COVID da annunciare e divulgare, con tanto di intervista al responsabile medico della clinica specializzata di Nottwil. Un’informazione dovuta? Forse sì, in nome, appunto, dell’accesso totale e democratico a tutte le informazioni di cui disponiamo. Perché noi cittadini ci si possa fare un’opinione fondata. Ma su cosa?
Con tutto il rispetto per i casi in questione (certamente tremendi e dolorosi per pazienti e famigliari che li stanno vivendo sulla propria pelle) si sta parlando di 9 casi a fronte di 750 mila contagi e 10’400 decessi per COVID dall’inizio della pandemia in Svizzera.
Ora, che senso ha, far circolare anche l’emozione, la preoccupazione, la paura, su questo specifico fronte, sapendo che chi legge (al volo, sul bus, al caffè, in pausa pranzo) non ha quasi mai il tempo di relativizzare, di mettere in relazione il dato fornito con il contesto generale?
E quale fronte (pro-vax o anti-vax) trarrà sostanza e alimento per le proprie certezze da questa specifica notizia?
Questioni oziose? Forse, ma il dubbio rimane, e resta l’interrogativo sulle scelte spesso affrettate, poco ragionate, che prendono i media nel diffondere notizie sul COVID; notizie che vanno in ogni direzione, toccano aspetti diversi, studi relativi a situazioni globali così come circoscritti a particolari ambiti geografici o, appunto, come nei casi di paraplegia, specifiche manifestazioni degli effetti della pandemia.
La sensazione è che vi sono una serie di notizie, relative proprio all’ambito scientifico e alle sue più diverse ricerche in proposito, che opportunamente andrebbero comunicate con un’adeguata “gerarchizzazione” e “mediazione”, capaci di ricondurle dentro un contesto generale comprensibile per il semplice cittadino. Il propagarsi di ogni tipo di informazione e teoria (anche e soprattutto amplificate dall’uso che se ne fa sui social) porta invece, ahinoi, non di rado, ad una radicalizzazione delle posizioni, dei pro e dei contro, con esiti anche sconcertanti.
Proprio ancora domenica scorsa, un articolo pubblicato dalla “Sonntagszeitung” a firma Denis von Burg in cui il caporedattore della cronaca politica del domenicale chiedeva esplicitamente ad Alain Berset e al Consiglio Federale di assumere iniziative più decise nell’introdurre l’obbligo della vaccinazione, ha avuto una pioggia di commenti (quasi 800) in cui non sono mancate parole davvero pesanti ed accuse che sono arrivate ad esprimersi con epiteti quali “nazista”, “braccio armato del male”, “strumento satanico” e chi più ne ha più ne metta.
Ne dà un adeguato commento il sito informativo Klein Report del 19.8.21 che sottolinea, fra l’altro anche come appaia vieppiù difficile esprimersi con informazioni, considerazioni ed opinioni in questa tempesta informativa, che dice di tutto e di più e che si è radicalizzata fino a questo punto anche nel nostro paese.
Un tentativo (l’ennesimo, in verità) di proporre al pubblico qualche elemento di riflessione fondato su elementi che possiamo definire “oggettivi”, prova a compierlo il portale “Watson”, con un contributo del 19.8.21 costruito su una dettagliata e precisa documentazione di dati forniti dal BAG (Ufficio Federale della sanità pubblica) relativamente alla situazione dei contagi registrata in questi ultimi giorni.
È un contributo basato dunque su elementi registrati ed ufficiali che permettono di provare a rispondere, grazie al parere di esperti, a sei domande cruciali che ciascuno di noi legittimamente può porsi nei confronti degli sviluppi a breve e medio termine della situazione pandemica.
Il portale cerca, come detto, di rispondere sulla base dei dati in possesso delle autorità sanitarie (con un esauriente corollario di grafici cui qui si rimanda) descrivendo, in sintesi, uno scenario che conferma un trend allarmante di contagi in queste ultime settimane; sottolinea come ad essere toccati particolarmente siano oggi in percentuale gli over 80 quanto i cinquantenni; non esclude ospedalizzati fra i vaccinati, ma segnala un enorme divario fra ospedalizzati non vaccinati (la stragrande maggioranza) e quelli già vaccinati.
È un’informazione, insomma, che non nasconde i dubbi (che i no-vax, sulle proprie tesi, non hanno proprio mai) ma che fornisce indicazioni ed elementi di riflessione fondati sui fatti.
Strumenti utili per provare, perlomeno, a dar fondo al buon senso.
Cosa pensano del megalomane e costoso PSE i quartieri aggregati – la vera periferia della città – già insofferenti e che spesso si sentono trascurati?
Il rapporto che mette sotto accusa l’esercito ucraino continua a suscitare reazioni e discussioni, anche dentro l’organizzazione umanitaria