No, non annegano ‘perché sono troppo pesanti’
Lugano celebra i propri morti ma ignora gli annegati della Foce
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Lugano celebra i propri morti ma ignora gli annegati della Foce
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«I luganesi lo sanno, i turisti no. E come potrebbero del resto saperlo?» («Corriere del Ticino» del 17 agosto). Soprattutto se i cartelloni – che dovrebbero sensibilizzare sulla pericolosità della foce del Cassarate – sono pochi, sono piccoli, sono posti lontani dalla riva e sono interpretabili per una pubblicità del Longlake festival Lugano.
Da fine giugno le acque ticinesi hanno già provocato la morte di otto persone, di cui tre a Lugano: non in un fiume che scende a valle tra rocce e massi erratici, ma nel centro della città, in un posto tra i più affascinanti e fotografati, soprattutto dopo la rinaturalizzazione della parte finale del fiume Cassarate, che ha reso nuovamente accessibile e usufruibile quello spazio pregiato, in contiguità col Parco Ciani e nelle immediate vicinanze del nuovo campus universitario USI-SUPSI e del teatro.
Una zona di libero accesso molto frequentata da famiglie e turisti, specialmente nei tre mesi estivi.
Il lago, si sa, ripete sotto il livello dell’acqua l’orografia esterna, con fondali che improvvisamente si fanno ripidi, nascosti dal grigio della superficie. I luganesi sanno che nuotare alla Foce può essere pericoloso, hanno rispetto per il lago e ne conoscono le insidie; i turisti no.
«Aumento repentino della profondità- Fondale instabile – Sbalzo termico»: sono le cause principali, come avverte la poco efficace segnaletica, che rendono quel sito ingannevole, poco sicuro per coloro che vorrebbero solo rinfrescarsi non avendo dimestichezza col nuoto.
Un piano di informazione e di prevenzione adeguato nonché una presenza di pattugliatori (ad es. studenti rimunerati) muniti di fogli informativi da distribuire ai frequentatori della Foce e un paio di bagnini (come nel 2019, quando l’area era occupata da oltre duemila frequentatori di Lugano Marittima) sono affatto necessari; ne è convinto il gruppo PS/Pc in Consiglio Comunale, che il 5 luglio ha inoltrato una mozione al Municipio per evitare che in futuro accadano altri tragici annegamenti, se non imputabili alla fatalità o alla negligenza dei singoli. Oggi purtroppo non è così.
Aurelio Sargenti
Se al Comune di Lugano dovessero mancare i fondi per finanziare misure adeguate per prevenire gli annegamenti suggeriamo di utilizzare parte di quelli utilizzati solitamente per realizzare opere certamente meno indispensabili.
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