Kadyrov-Prigozhin, gli squali di Putin porteranno la Russia al conflitto interno
L’invasione dell’Ucraina ha costretto le due milizie a diventare alleate ma presto potremmo assistere a uno scontro frontale – Estratto dell’ultimo articolo pubblicato da Elena Milashina, giornalista brutalmente aggredita a Grozny
Ramzan Kadyrov ed Evgeny Prigozhin si chiamavano in pubblico “fratelli”, ma fino a febbraio del 2022 questi due squali russi nuotavano nello stesso stagno, ma a profondità diverse, nonostante un’indubbia simpatia reciproca. In comune avevano la passione per l’autopubblicità, il risentimento verso l’Occidente per le sanzioni imposte su di loro, l’odio verso i critici e rapporti informali con il presidente russo. I loro “eserciti” però sono molto diversi. I ceceni formalmente fanno parte del ministero dell’Interno e della Guardia nazionale, mentre i Wagner sono nati come una struttura privata di mercenari che non esiste legalmente, ma viene controllata dallo Stato. Le truppe cecene sono state formate da ex guerriglieri, le strutture di Prigozhin da coloro che li avevano combattuti. I kadyroviani svolgono innanzitutto funzioni poliziesche e repressive contro i civili, mentre il cuore dei Wagner è composto da ex ufficiali addestrati a combattere un nemico armato già dai tempi dell’Afghanistan. Questo è uno dei motivi per cui Kadyrov e Prigozhin non si sono quasi sovrapposti in Siria: i primi svolgevano funzioni di polizia militare e scortavano aiuti umanitari, i secondi partecipavano a operazioni belliche.
Quando, a invasione dell’Ucraina già iniziata, i Wagner sono venuti in soccorso all’esercito russo, Kadyrov si rendeva già pienamente conto che la lunga campagna militare nella quale l’“operazione militare speciale” si stava trasformando richiedeva sacrifici ai quali non era pronto: rischiava la sua guardia, che per anni aveva spacciato per la “fanteria di Putin”, e gli uomini della repubblica che si era abituato a considerare un suo feudo. Mentre a Grozny si svolgevano le performance dei kadyroviani che, armati fino ai denti, promettevano di marciare anche fino a Berlino, in privato il loro leader stava riportando i suoi uomini dal fronte. È stato il primo in Russia a reclutare volontari da altre regioni russe, e già a maggio del 2022 il numero dei ceceni inviati in Ucraina si era ridotto al minimo. Kadyrov doveva salvare le proprie strutture armate, la vera base del suo potere in Cecenia. L’opinione pubblica mondiale citava le sue dichiarazioni assetate di sangue e rideva dei TikTok dei suoi soldati, ma intanto il clamore mediatico sui successi dei ceceni in Ucraina era molto più assordante dei loro progressi reali. L’obiettivo di Kadyrov era proprio questo.
Fino a un certo punto lui e Prigozhin hanno seguito strategie molto simili: dimostrare a Putin la propria utilità senza però perdere gli eserciti da loro controllati. Per salvarli, Kadyrov ha iniziato a reclutare volontari da tutta la Russia, Prigozhin – il cui compito era complicato dal fatto che i Wagner erano davvero in prima linea – è andato nelle carceri. Kadyrov ha usato con intelligenza i social, Prigozhin lo ha imitato. Era stato Kadyrov il primo a criticare i generali russi, e la reazione di Prigozhin era stata: «Ramzan, bravissimo, vai!». Quando però Prigozhin è andato allo scontro frontale con il ministero della Difesa, presentandosi come insostituibile a spese di tutti gli alleati, ceceni inclusi, Kadyrov l’ha presa male. L’aveva chiamato “fratello”, ma gli aveva ricordato che «quando stavi male avevi chiamato i fratelli ceceni». Il suo braccio destro Adam Delimkhanov ha rivolto a Prigozhin un commento sprezzante: «Basta urlare e chiacchierare, dicci dove ci vediamo, faccia a faccia». Prigozhin ha replicato con un video in cui ribadiva di non mettere in dubbio le capacità dei kadyroviani. Ma non ha voluto dirlo a Kadyrov in persona: i suoi mercenari l’avrebbero considerato una debolezza inamissibile. Il diverbio tra Kadyrov e Prigozhin è diventato rapidamente uno scontro tra i Wagner e i ceceni, e non c’è nulla di strano.
Per i Wagner, i ceceni sono sempre stati più logici come avversari che come alleati, e il mitico comandante dei mercenari Dmitry Utkin ha subito ricordato al capo del parlamento ceceno Daudov che aveva combattuto in Cecenia contro di lui, mentre i canali di propaganda di Prigozhin lanciavano il flashmob “Possiamo rifarlo”. L’autore del canale Telegram “Niente di nuovo sul fronte occidentale” nota come dopo lo scontro di Prigozhin con Kadyrov tutti i propagandisti militari russi abbiano iniziato a insultare i ceceni, con «testi e meme umilianti… e accuse ai kadyroviani di essere dei codardi che nessuno ha mai visto sul campo di battaglia».
Per i mercenari non c’è nessuna differenza riguardo a chi combattere, i ceceni combattono furiosamente solo quando difendono la loro terra. Ma se il Prigozhin-mercenario era perfetto per Kadyrov, il Prigozhin che stava diventando sempre più un politico non poteva essere un compagno di strada. Il suo nazionalismo russo non era nemmeno il pericolo maggiore. Prigozhin chiedeva di cambiare tutto il sistema: «Dobbiamo dichiarare la legge marziale, smettere di costruire bellissimi ponti, grandi teatri e nuovi palcoscenici, dobbiamo dedicarci solo alla difesa». Kadyrov non può rinunciare a ponti e palcoscenici. In cambio della sua partecipazione alla guerra ha strappato a Mosca quello che poteva, e anche di più. Gli appalti pubblici vengono vinti dall’unica società che partecipa a tutti i concorsi: Smart Construction, legata a Delimkhanov e Kadyrov.
L’ultimo atto ad aver portato i due ex alleati dalle parti opposte della barricata è stato l’ordine del ministero della Difesa di far firmare a tutti i battaglioni volontari un contratto con l’esercito. Kadyrov si è schierato con i generali contro Prigozhin. Prigozhin poteva permettersi degli ultimatum, Kadyrov no. Ora potremmo assistere a uno scontro frontale tra i Wagner e i kadyroviani. Se qualcuno pensa che per i ceceni sarà più facile psicologicamente sparare ai russi, si tratta di un’ennesima decisione molto poco intelligente. In caso di scontri nelle città russe contro i Wagner gli uomini di Kadyrov possono scarseggiare di competenza come di motivazione. Ma è evidente che i Wagner non gli perdoneranno mai il sangue versato. Questo significa che oggi soltanto uno sparo ci separa da un nuovo conflitto interetnico nel Caucaso.
Traduzione di Anna Zafesova
Nell’immagine: le sagome di Kadyrov, Prigozhin e Putin in vendita a San Pietroburgo
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