Parlo con loro, e i ‘molinari’ rispondono che…
Chi davvero non vuole il dialogo?
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Chi davvero non vuole il dialogo?
• – Francesco Bonsaver
Bergoglio accende le speranze, le gerarchie ecclesiastiche le spengono
• – Gino Driussi
Un film che dovrebbe essere proiettato in Consiglio comunale a Lugano, e al Macello
• – Enrico Lombardi
Il 17 marzo 2020 iniziava il primo lockdown: da allora dovremmo aver imparato qualcosa
• – Riccardo Fanciola
Diciamolo ai delinquenti, che abbiamo speso tanto; magari eviteranno gentilmente di delinquere
• – Marco Züblin
Quando la lingua è lo specchio della mente (e che mente!)
• – Rocco Bianchi
10 anni dopo l'inizio, una tragedia che non interessa più il mondo
• – Aldo Sofia
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
I cittadini bernesi hanno respinto più volte i tentativi di chiusura del più noto centro autonomo
• – Daniele Piazza
Troppa poesia online? Meglio leggerla che giudicarla in modo affrettato
• – Enrico Lombardi
Dal non dialogo, la ricerca di una soluzione tra due parti contrapposte, nacque il Centro sociale autogestito il Molino nel 1996. L’occupazione degli ex stabilimenti dei Molini Bernasconi a Viganello fu la risposta ad una richiesta inascoltata di spazi autogestiti preesistente da una trentina d’anni a Lugano. Si dialogò invece col Cantone l’anno successivo, poiché seriamente interessato a trovare una soluzione. E il Molino si trasferì al Maglio.
Arrivò poi il tempo del dialogo col sindaco Giudici, in quel momento pragmaticamente convinto di trovare una soluzione condivisa, che portò il Centro sociale autogestito a insediarsi in una parte degli spazi dell’ex Macello. Un altro balzo temporale per arrivare al 2015, quando i molinari accettarono l’invito a un dialogo col Municipio. In totale vi furono tre incontri, sufficienti per capire che quest’ultimo non era interessato a una soluzione. In fondo, la questione è semplice. O esiste una sede alternativa o si resta al Macello. L’attuale compagine municipale non ha mai proposto una soluzione. Mai. Esistono le prove rileggendo le varie cronache, ma forse basterebbe chieder loro. Instaurare un dialogo con una controparte non interessata a trovar una soluzione, non ha alcun senso.
Ai molinari si possono forse imputare tante cose, ma non di essere ipocriti. La parola dialogo non può essere una coperta buona da usare mediaticamente, per coprire la tua ipocrisia. Nei suoi venticinque anni di storia, i molinari hanno sempre dialogato quando aveva un senso. Oggi, accusarli di negare il dialogo con chi lo invoca ma non è conseguente nei fatti, è ipocrisia che forse soddisferà la gente perbene, ma non consentirà di avanzare di un millimetro nella ricerca di una soluzione. Sempre che la si voglia trovare.
Le lingue di fuoco che avanzano velocemente, le distruzioni in uno scenario lunare, anche noi pronti ad evacuare. La testimonianza diretta di una collega della redazione di...
I fantasmi che in passato hanno rovinato vite intere non sono ancora scomparsi