Se lavorare non conviene più
La recente ondata di auto-licenziamenti sta preoccupando l'economia
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La recente ondata di auto-licenziamenti sta preoccupando l'economia
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La recente ondata di auto-licenziamenti sta preoccupando l'economia
L’esito di questo drastico passaggio all’economia della scarsità potrebbe essere, secondo un numero crescente di economisti, l’inizio di un periodo di stagflazione, quella combinazione di crescita lenta e inflazione già sperimentata nel corso degli anni Settanta. Anche allora la stagflazione era stata inaugurata dalla crisi energetica del 1973, con l’aumento del prezzo del petrolio che aveva innescato una spirale inflazionistica in cui prezzi e salari si rincorrevano senza tregua. La domanda che ci si pone oggi è, appunto, se l’inflazione sia destinata a durare nel tempo o se invece si tratti di un fenomeno passeggero che scomparirà non appena le catene del valore e della distribuzione si saranno rimesse a funzionare a pieno regime. Difficile rispondere in modo categorico, salvo osservare che, a differenza degli anni Settanta in cui il movimento sindacale era forte e il lavoro salariato più omogeneo e coeso, oggi il mondo del lavoro è assai più frammentato e precarizzato, con un potere contrattuale decisamente più debole. Il che significa che le probabilità che l’aumento dei prezzi causato dal disallineamento tra domanda e offerta si traduca in un ciclo di aumento inflazionistico dei salari sono minori.
In una situazione in cui i posti vacanti sono molti, i salari stagnano e i prezzi aumentano, i sussidi e le misure di sostegno del lavoro stanno terminando, ci si aspetterebbe un aumento dell’offerta del lavoro, un aumento cioè della disponibilità delle persone a lavorare. E invece veniamo a sapere che negli Stati Uniti quattro milioni di lavoratori (il 3% della forza lavoro) si sono licenziati “senza ragione” nell’ultimo anno. Si parla nientemeno che di rifiuto del lavoro causato da burnout o da condizioni salariali e occupazionali inaccettabili. Vien da chiedersi se nell’economia della scarsità la sopportazione e la pazienza siano anch’esse diventati dei beni scarsi.
Testo dell’intervento nella rubrica Plusvalore di Rete Due del 21 ottobre
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