Sfumature di rosso
Concordanze e lunghi coltelli fra Berna, Bellinzona e Roma, alla ricerca di un’ idea di sinistra
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Concordanze e lunghi coltelli fra Berna, Bellinzona e Roma, alla ricerca di un’ idea di sinistra
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• – Aldo Sofia
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Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
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• – Libano Zanolari
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Se confermato, l’annuncio del procuratore generale d’Iran sull’abolizione della polizia morale rappresenterebbe la prima falla nel muro del regime
• – Aldo Sofia
Forse meno né con il petrolio né con l’uranio
• – Silvano Toppi
Concordanze e lunghi coltelli fra Berna, Bellinzona e Roma, alla ricerca di un’ idea di sinistra
La scelta dei consiglieri federali, si sa, è il frutto di una sorta di “alchimia” equilibristica che fa della Svizzera un “caso” più unico che raro di “compromesso” per cui gli eletti divengono tali in virtù della decisione degli altri partiti, almeno quanto -e forse più- che per scelta del proprio schieramento.
In casa socialista ha fatto molto rumore la decisione di principio di voler proporre due candidature femminili: al posto dell’uscente Sommaruga, insomma, ci andava un’altra donna, per rispetto ad un’equa rappresentatività femminile in seno all’esecutivo federale. Ma dallo stesso PS nazionale (con gran sostegno di altri fronti) è venuta poi la candidatura spontanea e decisa di Daniel Jositsch a creare scompiglio, a mettere in imbarazzo e soprattutto in discussione aperta, pubblica (e immediatamente strumentalizzabile) quella che era una decisione di principio che pareva acclarata.
Insomma, ci si è trovati di fronte ad un “pasticcio”, con volti scuri ed imbarazzi, con un candidato “recalcitrante” che non si ritira e porta l’elezione al terzo turno, proprio mentre sul fronte di destra, in casa UDC era appena stato votato brillantemente al primo turno, il lobbista Albert Rösti.
Con l’elezione di Elisabeth Baume-Schneider, infine, avviene una sorta di paradosso: l’outsider giurassiana, dal passato addirittura “marxista”, ritenuta più a sinistra della favoritissima basilese Eva Herzog (molto apprezzata dal mondo economico liberale o liberista), alla fine la spunta per la sua estroversione, la sua empatia, per competenze, certo, ma anche per essere rappresentante di una Svizzera “rurale”, addirittura del più giovane e “turbolento” cantone del paese, il Giura, e forse per quest’anima di campagna ha trovato sostegno anche nel “fronte contadino” della destra.
E poi, e ancora: una giurassiana francofona, che sposta gli equilibri linguistici e culturali al punto che per la prima volta nell’esecutivo federale, a prevalere è la componente latina, potrebbe rappresentare davvero qualcosa di clamoroso, di assolutamente nuovo; ma fra un passo perduto e l’altro già si spiega che questa scelta favorirà un candidato socialista svizzero tedesco alla successione di Alain Berset, eletto Presidente e già dato per prossimo partente.
Ed ecco che dal nostro osservatorio ci viene spontaneo pensare che le turbolenze in seno al PS nazionale non sono poi tanto disgiunte da quelle che abbiamo vissuto (e tuttora viviamo, quasi quotidianamente) a livello cantonale; e non possiamo non legare queste vicende, fatte di divergenze, mal di pancia e dibattiti interni, come un aspetto che segna (fatte tutte le debite distinzioni e proporzioni) le aree di sinistra anche in Italia (e, volendo, pure in Francia).
In nome del sacro principio della “concordanza”, della collaborazione (e a volte di un certo consociativismo) la socialdemocrazia europea condivide il potere, e lo legittima, con uno schieramento politico di impronta liberale e liberista che in questi anni si è palesemente spinto sempre più a destra.
Quando, dalle nostre parti, dobbiamo sentirci dire che il nuovo schieramento di “centro sinistra” denominato “Avanti” rappresenta l’area social-democratica della sinistra ticinese, andrebbe fatta una riflessione attenta all’uso dei termini e delle parole, perché, fino a prova contraria, social-democratico è lo stesso PS, da tempo immemore, e mettersi alla sua destra vuol dire passare su tutt’altro fronte, che con la sinistra non ha granché da spartire, lo si voglia o no.
In Italia, la questione è bruciante: lo sprofondo rosso del PD continua imperterrito a manifestarsi con scontri ripetuti ed insistiti fra correnti, nel dileggio di “ex” come Renzi o Calenda che esibiscono una loro presunta idea di “centro-sinistra” soccorrendo di fatto il governo più di destra della storia repubblicana. Unica figura estranea a questa logica alquanto perversa pare essere la “luganese” Elly Schlein, che stupisce solo a sentirla parlare un minuto, per il suo linguaggio diretto e coinvolgente, al punto che viene definita… troppo di sinistra. Già perché pare un peccato, una “malattia infantile”, voler parlare di un progetto che, per dirla con Schlein “ sa che senza base non esistono vertici”.
Da noi, di fronte e in prospettiva, il tema forte di Schlein relativo al legame indissolubile fra giustizia sociale e giustizia ambientale, per intanto ha trovato una sua ipotesi elettorale nell’alleanza rosso-verde (speriamo non solo elettoralistica), ma ha pure provocato rotture, polemiche infinite e, dal punto di vista pratico, un problema di non poco conto: quello delle elezioni suppletive per il Consiglio degli Stati, che il PS prova a risolvere proponendo di mandare a Berna per sei mesi Manuele Bertoli, ma che l’UDC, per bocca di Piero Marchesi ha già respinto.
Una questione tutta di vertici, mentre la base (un ceto medio sempre più povero) non sa più a che santo votarsi, tanti e tali sono gli schieramenti che ne hanno profondamente a cuore le sorti!
Le vicende che oggi hanno avuto come esito l’elezione di Elisabeth Baume-Schneider, sono vicende che torneranno a far discutere, si spera non solo per una questione di nomi, o di quote, o di genere, o di quote di genere; forse sarebbe pur giunto il momento di domandarsi, per dirla con Nanni Moretti, chi stia dicendo (e facendo) davvero qualcosa di sinistra.
Perché nello slittamento verso destra di tante decisioni di politica sociale, francamente la sinistra si è fatta trascinare un bel po’ verso propensioni ad un certo utilitaristico populismo che sta permeando molti discorsi e molti progetti, che avanzano sorridenti e trionfanti, fra il rosso ed il fucsia.
Nell’immagine: la neo-eletta consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider (PS)
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