Ueli Maurer farneticante e dittatura dell’incoscienza
Secondo il ministro UDC, Il consiglio federale ‘si crede Dio’ e ha fallito sul fronte sanitario; ma per il governo ‘non c’è nulla da dire’
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Secondo il ministro UDC, Il consiglio federale ‘si crede Dio’ e ha fallito sul fronte sanitario; ma per il governo ‘non c’è nulla da dire’
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Il governo non ha nulla da dire. In merito a cosa? In merito ad alcune esternazioni del consigliere federale Ueli Maurer, affermazioni che vanno ben al di là del principio della collegialità, principio su cui, è ben noto, il nostro ministro delle finanze è stato spesso più che disinvolto e inadempiente. Riprendiamo la notizia, così riassunta da un nostro quotidiano: “Il ministro UDC aveva dichiarato a un incontro di partito che sul piano sanitario il Consiglio federale e le autorità hanno fallito. Avrebbe anche detto che al Consiglio federale piace il potere e che pensa davvero di essere Dio. E che in questa tendenza ad accaparrarsi il potere, il Consiglio federale ha emanato leggi e ordinanze, nelle quali prescrive alla popolazione come deve comportarsi”. Allucinante. Un esponente del governo che bombarda lo stesso esecutivo di cui fa parte, con cui discute come guidare la nazione, col quale delibera. E che si gongola in affermazioni che… nemmeno nella più squallida e caotica repubblica delle banane.
Non gli è bastato esibirsi con maglietta bianca e logo dei ‘Freiheitstrychler’, che hanno messo i loro folcloristici campanacci al servizio della causa no-vax, facendo così chiaramente capire da che parte sta (come ne ha riferito qui Daniele Piazza). No, doveva aggiungere parole non solo fuori luogo, ma letteralmente dissennate, come un qualsiasi ‘picchiatore da social’. C’è da chiedersi in quale altro regime democratico affermazioni del genere non avrebbero provocato un putiferio; quale ministro e in quale governo parlamentare avrebbe potuto permettersi impunemente una sortita simile; in quale nazione non avrebbero aperto una crisi di governo. Ma la Svizzera è la patria della concertazione, della osannata anche se sempre più fiaccata ‘formula magica’, del pragmatico dialogo fra quelli che continuiamo a chiamare i ‘sette saggi’. Ed eccoci alla seconda e forse ancor più squallida parte della vicenda. Soltanto il partito socialista reagisce, interroga il governo, pretende una spiegazione, chiede che il democentrista venga o sanzionato o quantomeno ufficialmente redarguito, bacchettato, rimesso al suo posto. Figurarsi.
Guy Parmelin, presidente della Confederazione e suo compagno di partito, si appella all’articolo 21 della legge sull’organizzazione del governo per affermare papale papale che il Consiglio federale (che ‘si crede Dio’, secondo il ministro) non ha proprio nulla da dire. Asciutto e sbrigativo ‘no comment’. Come se la faccenda possa essere liquidata con un articoletto di procedura tecnica, come se sia possibile derubricarla a semplice fatto personale, come se non fosse invece uno scandalo e un problema politico grande come una montagna. Basta? No che non basta. Infatti, come reagiscono gli altri partiti, i cosiddetti ‘borghesi’, che si affannano nel dimostrarsi baluardi della democrazia? In sostanza fanno spallucce. Nessuna iniziativa politica, zero indignazione pubblica, magari qualche risatina e tutto finisce in fanteria, o al massimo nella galleria delle semplici e innocue gaffes della politica. E poi, diciamola chiara, meglio stare sottotraccia: non sia mai che all’UDC si lasci il monopolio della rappresentatività eventualmente anche elettorale di quella parte di paese, più del 40%, che non si fa vaccinare, poco importa se per paura, scetticismo o categorica opposizione.
Vecchia storia, quella dei partiti che in qualche modo inseguono gli slogan UDC, e non solo gli slogan; anche se è dimostrabile che non è mai servito politicamente, perché ‘vince’ comunque l’originale e non il maldestro imitatore, la brutta fotocopia. Poi magari saranno gli stessi schieramenti che ci spiegheranno accorati quanto è pericolosa e preoccupante questa faglia nazionale, questa frattura sociale che percorre il paese. Ma non si dica che viene alimentata dall’interno del governo. Altro che dittatura sanitaria. Qui suona piuttosto come dittatura dell’incoscienza.
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